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Colonia

Regia di Florian Gallenberger vedi scheda film

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La recensione su Colonia

di logos
6 stelle

Il grande merito di questo film è di aprire la sensibilità nei confronti della tragica vergogna Colonia Dignidad, tenuta nascosta dalla complicità internazionale dei poteri più che mai legati durante la Guerra Fredda (Cile di Pinochet, Usa, Germania, Vaticano ecc...).

 

Lo svolgimento finisce troppo per concentrarsi sulle vicende della coppia in fuga dalla colonia, sull'animo operativo ed efficiente di Lena, che sa andare oltre le vicende politiche, scorge il cinismo dei compagni di lotta in clandestinità che non muovono un dito per aiutarla a liberare il suo amato.

 

Buone invece le dinamiche della colonia, la quale ha la funzione nascosta di essere un vero e proprio campo di concentramento a dispetto della funzione dichiarata di essere esclusivamente una comunità religiosa. Denunciare questa Colonia, con tutti i suoi tunnel, è davvero meritevole; ma far passare il messaggio che i giovani intellettuali comunisti siano stati dei casinisti che hanno complicato la drammaticità, è un altro (personalmente intravedo questo sotto-testo). Alla fine ne esce vittorioso il pragmatismo universalistico dell'amore (?), che però in un contesto storico del genere mi dà l'aria di essere un pò un astratto sentimentalismo se non addirittura ideologismo.

 

Coloro che hanno combattuto per la democrazia contro il Golpe risultano, come ho detto, dei cinici in clandestinità o dei traditori che a viso coperto denunciano i compagni alle autorità di Pinochet (ce ne sono stati, ma confondere la parte con il tutto è uno stereotipo); non si può fare nulla contro Schafer, il fondatore laico del campo religioso di concentramento, perché distrugge i vincoli delle famiglie (è vero, non c'è dubbio), ma la critica resta generica perché ci sono famiglie e famiglie, famiglie che si sono arricchite con il regime e altre che sono state lacerate; ma allora che senso ha parlare di famiglia se non per enfatizzarne il valore... e contro chi? contro Pinochet e Schafer? (condizione necessaria ma non sufficiente, perché con il pretesto della famiglia si può dire tutto e il contrario di tutto, con il pretesto dei legami si realizza il bene ma anche il male; condizione non sufficiente perchè per molti versi Famiglia e Reazione nella storia del Novecento si sono date la mano).

 

Per tirare le somme della mia impressione, nello svolgimento il film risulta sempre più sfocato, un thriller più sentimentale che storico-politico, e che comunque va avanti e si lascia vedere con un 6 striminzito, grazie alle grandiose e sconcertanti premesse iniziali... Ci vuole più coraggio per fare opere del genere, e il pensiero mi fa andare via da Gallenberger verso invece Post Mortem di Larrain, ma è un'altra storia...

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