La recensione su Equals

In questa estate che cinematograficamente è la più desolante dell'ultimo decennio, stanno uscendo solo qualche horror ridicolo e alcuni blockbuster brutti forte, sicchè quando esce un film appena discreto come questo è già un evento per il quale esultare (fatta salva l'uscita di quel "Notte del Giudizio - Election Year" che per conto mio è già nel novero dei migliori film dell'anno, ma è un'eccezione unica). Diciamo che questo "Equals" non è certo un capolavoro ma è sicuramente un'opera che sa essere interessante ed acchiappare l'attenzione del cinefilo che ricerca un prodotto non banale e piuttosto ricercato, Sì perchè temo che per quello che io definisco "il popolo bue da multisala" sia un lavoro anche troppo raffinato e possa facilmente annoiare, dato il ritmo molto lento e le immagini spesso statiche. Per quanto mi riguarda invece non solo non mi sono per niente annoiato ma ne sono rimasto affascinato. Se ci si adagia, infatti, in un certo clima è agevole lasciarsi andare e godere di quelle immagini dove il bianco prevale su tutto, quasi ad abbagliare lo spettatore. E proprio questa atmosfera quasi sospesa genera suggestione e fascino (in chi vi è predisposto, chiaramente), tanto che il film riesce in pieno in quella che credo sia un'ambizione di chi lo ha scritto e diretto, quella di ambire ad essere un piccolo cult movie di sci-fi distopica. Se c'è un aggettivo che si dovesse scegliere, quello più calzante mi pare "DELICATO". Il film racconta di un'epoca futura che fa da sfondo ad una travagliata ma anche molto DELICATA storia d'amore tra due ragazzi. Siamo in un futuro come sospeso nel vuoto, si presume dopo una guerra nucleare devastante, e la Società degli uomini si è data un Ordine Assoluto con regole di convivenza imposte scrupolosamente, quasi a determinare un Consorzio Umano cui nulla sia lasciato al caso, dove lo Stato controlla e regola ogni attimo della vita delle persone. Praticamente un REGIME iper tecnologico da cui innanzitutto sono banditi i SENTIMENTI. Un bel casino, insomma, quasi un regime nazi-comunista in cui -come è la regola per ogni regime- le autorità non fanno che ripetere che è tutto per il bene dei cittadini. Ogni persona ha una divisa bianca (che tristezza!) e fanno tutti gli stessi lavori (che io non ho mica capito quali) che hanno a che fare con progetti e design. Una delle regole auree è che le persone non possono non solo innamorarsi ma neanche sfiorarsi o nutrire qualunque sentimento. Ma i due protagonisti, ahimè. sgarrano, prima si invaghiscono l'uno dell'altra poi si innamorano di un amore appassionato. Si incontrano e si accoppiano clandestinamente sapendo che ciò firmerà la loro condanna a morte e prima ancora la loro messa al bando dalla società. E devo dire che il travaglio che segna le vite di questi due infelici è raccontato in maniera finissima e -appunto- DELICATA. In definitiva un film gradevole ma caratterizzato da uno stile elegante e ricercato che potrebbe annoiare qualcuno. Da segnalare anche un tappeto sonoro elettronico che accompagna costantemente la visione in modo assolutamente non invasivo, DELICATO anche quello. il cast. I due attori protagonisti sono assolutamente perfetti per i rispettivi ruoli; Nicholas Hoult lo avevo già visto in diversi films ("Warm bodies" su tutti) e ne apprezzavo già le doti (tutti buoni film, se escludiamo i tre "X-men" che non li reggo). Quanto a Kristen Stewart, beh, utilizzando l'immagine di copertina dell'ultimo "Film Tv" dove la didascalìa rècita "Ritratto di una nuova diva", ebbene sì, lei sta crescendo di film in film, scegliendo oramai solo pellicole di qualità e ruoli non facili. Brava davvero. E bella. Sembra passata una vita da quando era il riferimento per moltitudini di pischelle.