Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film
L’ultimo spettacolo trent’anni dopo: qualcuno ha fatto fortuna, qualcuno meno, nessuno è veramente felice. Il film si potrebbe tranquillamente liquidare con una parola: inutile. Ma questo sarebbe solo il (peraltro legittimo) punto di vista dello spettatore, che prescindesse dal palpabile amore di Bogdanovich per i suoi personaggi e in particolare, inutile negarlo, per Cybill Shepherd. Credo che questo inerte sequel debba essere letto soprattutto come un omaggio a lei, che lo illumina e gli dà senso con la sua presenza: oltretutto l’attrice era fresca reduce dal suo secondo divorzio, e doveva trovarsi in condizioni d’animo non dissimili da quelle del suo personaggio. Quando entra in scena, nuotando nello stesso laghetto dove Ben Johnson portava la sua ragazza, quasi ci si aspetta che il passato riemerga intatto; e la (ridicola) favola di Adamo ed Eva messa in scena per festeggiare il centenario della fondazione di Anarene si rivela dunque come il sogno di un possibile nuovo inizio. Ma è solo un’illusione: il tempo, ad Anarene, è come bloccato.
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