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Tempo d'estate

Regia di David Lean vedi scheda film

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La recensione su Tempo d'estate

di Antisistema
6 stelle

Breve Incontro (1945), non l'ho visto, quindi non posso fare raffronti, ma quello che posso dire è che sulla scia di Vacanze Romane di Wyler (1953), sono nati una marea di film con ambientazione in Italia e la tradizione di tanto in tanto prosegue tutt'oggi. Nonostante il film di Wyler, non vada oltre il buono come giudizio, nessuna pellicola di tale filone, stranamente è riuscita a superarlo o quanto meno ad eguagliarlo.  

Non erano film che avevano successo critico, ma piacevano al pubblico che li premiava con grandi incassi; così David Lean decide anche lui di seguire il filone, ambientando però il film nella città più bella del mondo; Venezia (al posto della già inflazionata Roma) e scegliendo come protagonista l'esperta quanto vissuta Katherine Hepburn (che era anche la produttrice del film). 

 

Katharine Hepburn

Tempo d'estate (1955): Katharine Hepburn

 

La storia vede Jane Hudson (Katherine Hepburn), una donna zitella americana sulla quarantina d'anni in visita per la prima volta a Venezia. La pellicola quindi filtra Venezia secondo il punto di vista dello straniero, tra panoramiche di San Marco e alberghi niente male (il giro in gondola ce lo risparmiamo almeno); abbiamo una serie di inquadrature suggestive della città lagunare. David Lean non ci offre sempre i soliti luoghi a dire la verità (abbiamo anche una sequenza in una piccola piazzetta lontana dal caos turistico dove c'è una piccola fontana) e riesce a catturare un pò lo spirito "antico" di Venezia, non risparmiando inquadrature sull'usura degli edifici secolari se non millenari; ma il problema risiede purtroppo nella rappresentazione degli Italiani, che risulta a dir poco stereotipata. 

Se in Vacanze Romane la presenza italica serviva per le gag ed era "saggiamente" contenuta (anche se alla fine siamo ritratti tutti come degli amanti della vita), qua David Lean si lascia andare tra piccoli scugnizzi di nome Mauro, che fanno da guide turistiche (ma lo potevano chiamare Ciro, perchè Napoli ne è strapiena... no aspetta siamo a Venezia! Vabbè Italia del Nord o del Sud è la stessa cosa per gli stranieri, figuriamoci negli anni 50'), che a poco a poco spillano una marea di soldi alla nostra protagonista e latin lover abbronzati come Renato (Rossano Brazzi). 

Che per lo straniero il maschio italico è un abile seduttore, è uno stereotipo che tutt'oggi sussiste; ma ovviamente è un'immagine talmente costruita, da non avere concretezza reale. Per prima cosa il nostro caro latin lover fissa le gambe della protagonista (che non saranno quelle della sua omonima... ma per appartenere ad una donna di oltre 40 anni, risultano un bel vedere) e successivamente scopriamo che gestisce un negozio d'antiquariato (e vai di stereotipi) ed infine come se non bastasse, siccome per gli stranieri l'Italia è un paese rustico, sul prezzo bisogna contrattare. A poco a poco, il nostro Rossano Brazzi conquisterà il cuore della solitaria Katherine Hepbun, con la quale vivrà un'intensa quando struggente e breve, storia d'amore.

 

Katharine Hepburn, Rossano Brazzi

Tempo d'estate (1955): Katharine Hepburn, Rossano Brazzi

 

Non riconoscendomi assolutamente nella rappresentazione degli italiani, Tempo d'Estate ha per lo meno il merito d'avermi fatto scoprire Katherine Hepburn di cui ignoravo l'esistenza, tanto che al termine della visione, colpito dalla sua recitazione, sono andato a sviscerare ogni informazione sull'attrice e con stupore ho scoperto che nonostante i 4 oscar, è un'attrice che la massa oggi ha dimenticato e se vai a chiedere in giro, ti risponde in questo modo :

 

-  Io : Ciao Simona hai visto dei film con Katherine Hepburn. 

-  Cugina Simona : Ah! Certo Carmine, quella di Colazione da Tiffany, è fantastica ed è bellissima.

-  Io : Ma che cazz... 

 

Sperando che un giorno la massa del pubblico possa ricordarsene nuovamente (ma ne dubito), la recitazione dell'attrice è l'elemento che contribuisce a tenere su tutta la baracca (oltre alle belle panoramiche di Venezia). Katherine Hepburn donna spessore tangibile al tormento di una donna la cui giovinezza è appassita, ma non è ancora anziana dal non voler più godere dei piaceri della vita. 

Jane Hudson è una donna affetta da sociofobia probabilmente, poichè molto spesso per via della sua paura di stare con l'altro, perde molte opportunità che la vita le presenta (una scena ambientata al caffè dove Brazzi la crede in altrui compagnia). 

La donna probabilmente è poco abituata a stare in compagnia altrui (e non mi riferisco solo alle relazioni affettive, visto che perde l'opportunità di una gita con delle persone che l'hanno invitata), ma la cerca disperatamente e ha il terrore di essere vista e percepita dalla società come una donna sola, poichè questo le causa grande imbarazzo. In poche parole Jane Hudson, che immortala Venezia con la sua ossessiva cinepresa, vorrebbe condividere con un'altra persona l'esperienza della città (tanto da piangere delle fugaci lacrime di autocommiserazione al tavolino di un bar, subito ricacciate dentro appena scopre che un uomo la stava fissando a sua insaputa), e la storia d'amore con Renato, sarà proprio ciò che cercava.

E' una perfomance che gioca su più registri emozionali e capace di dare un valore aggiunto, ben più di quello che le offriva la scrittura. L'attrice di mette anima e corpo nell'operazione, tanto da beccarsi un'infezione permanente ad un occhio a seguito della scena cult del tuffo nel canale (che coraggio nel buttarsi in quell'acqua sporca). 

 

 

Il film è discreto e se capita in televisione lo rivedo, anche per il valore affettivo (scoperta di Katherine Hepburn, David Lean e poi adoro Venezia), ma riconosco che è strapieno di stereotipi. Massacrato dalla critica italiana dell'epoca (specie perchè Katherine Hepburn da prima donna che era, andò in contrasto con Isa Miranda ed in fase di montaggio, ridusse il suo ruolo, rendendolo così un personaggio che causa dei problemi al film, più che contribuire alla sua qualità) e generalmente poco apprezzato anche oggi (nemmeno nel Libro Il cinema di David Lean di Errera e Ricciardelli, se ne parla granchè bene), ebbe grande successo di pubblico nei paesi anglo-sassoni, riuscendo ad ottenere ben 3 nomination all'oscar (tra cui regia e miglior attrice protagonista), lanciando definitivamente David Lean nel mondo delle grandi produzioni. 

 

Katharine Hepburn

Tempo d'estate (1955): Katharine Hepburn

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