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Stuff, il gelato che uccide

Regia di Larry Cohen vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Stuff, il gelato che uccide

di Fanny Sally
5 stelle

Tra i titoli più bizzarri della commedia horror del passato, ho scovato casualmente su youtube questo curioso film del 1985, che per lo spirito critico ma buonista sembra essere stato girato negli anni ’60. Povero nei mezzi di produzione e ingenuo nella messa in scena, se considerato nella sua integrità di contenuti, al di là dell’aspetto visivo e della recitazione alquanto risibile, il film di Larry Cohen, cineasta e sceneggiatore non estraneo ai temi impegnati, contiene dei messaggi e degli spunti di riflessione piuttosto rilevanti, che se estrapolati dalla confezione non propriamente allettante, risultano interessanti.

La trama ruota, infatti, attorno ad una misteriosa sostanza che inizia a sgorgare in gran quantità da una fenditura della terra in una località imprecisata; degli industriali senza scrupoli, appurato l’effetto di assuefazione e dipendenza del misterioso estratto cremoso, decidono di farne un prodotto da commerciare, spacciandolo per dessert ipocalorico e salutare. In realtà, dietro una confezione e una pubblicità accattivanti si nasconde un potere occulto che mira a controllare le menti dei consumatori, rendendoli esseri privi di coscienza. Il primo ad accorgersi di questi effetti collaterali, e del fatto che il presunto gelato sia un’entità viva, è un ragazzino che si ribellerà scappando di casa e trovando l’aiuto di un ex agente dell’Fbi che stava già indagando sul caso, e di un eccentrico generale patriottico.

Si intuisce dunque una critica al consumismo di massa da una parte, e, se si vuole azzardare, anche alla diffusione incontrollata e tollerata di sostanze stupefacenti che annullano l’identità della gente rendendola schiava e assente; dall’altra ci sono anche indubbi richiami ecologici, in quanto lo stuff  (così viene ribattezzato il prodotto) viene fuori dalla crosta terrestre, quasi una forma di vendetta per lo sfruttamento indebito e prolungato della natura da parte dell’uomo. Non mancano poi anche dei gustosi spunti satirici a sfondo politico, nella figura del militare veterano del Vietnam che si è creato una propria roccaforte e un proprio esercito, ergendosi a difensore della democrazia. Il finale scade un po’ per l’eccessiva velocità con cui tutto si risolve, ma in generale i toni sono piuttosto leggeri e ironici, rendendo godibile la visione.

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