Espandi menu
cerca
It Follows

Regia di David Robert Mitchell vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Fanny Sally

Fanny Sally

Iscritto dall'11 luglio 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 48
  • Post 1
  • Recensioni 1822
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su It Follows

di Fanny Sally
7 stelle

Horror anomalo dalle atmosfere oniriche e rarefatte, in cui la paura è un qualcosa di inspiegabile e indefinito eppure tangibile e onnipresente. Abbastanza originale nel suo intento senza risultare troppo saccente, ma neanche così morbosa da spaventare davvero.

In uno squallido quartiere di un’anonima cittadina americana, la bella e mite Jay dopo un rapporto promiscuo con un ragazzo, inizia ad avere delle strane e inquietanti visioni di individui che la seguono, entrano a casa sua e cercano di aggredirla, assumendo talvolta anche le sembianze di amici e conoscenti. Convinta di essere stata contagiata o maledetta dall’ex, insieme ai suoi compagni cerca spiegazioni e tenta di capire come affrontare la snervante situazione.

 

Horror anomalo dalle atmosfere oniriche e rarefatte, in cui la paura è un qualcosa di inspiegabile e indefinito eppure tangibile e onnipresente, l’opera seconda di David Robert Mitchell si distanzia nettamente da tutti i prodotti e sottoprodotti del genere, in primis nella scelta dei suoi protagonisti, poco in linea con le classiche rappresentazioni di adolescenti frivoli e spensierati, in preda a tempeste ormonali e inclini alle stupidaggini, e poi per l’evidente sottotesto sociale e antropologico, per ciò che non mostra ma a cui allude.

 

Un’assenza di senso, un vuoto ideologico e affettivo, un senso di angoscia e di incomprensione, di sfasamento quasi, che tocca i giovani protagonisti in maniera a loro quasi inconscia. Ritmi lenti e improvvise accelerate, dialoghi scarni e figure sfuggenti, grande attenzione per i virtuosismi registici e la colonna sonora, questa sì molto più presente e inquietante delle immagini prettamente orrorifiche. Che in effetti latitano, perché questo è un film che non si sofferma troppo a svelare e spiegare la natura dell’orrore, si propone piuttosto di suggerirlo, stuzzicando lo spettatore con piccole suggestioni, dettagli anche spesso insignificanti. È l’ambientazione, geografica e temporale, straniante e insolita, indeterminata e malinconica a conferire una sensazione di insicurezza, timore, dubbio. Una periferia desolante e deserta, grigia, silenziosa, in cui tutto sembra scorrere immutabile e immutato.

 

Alla fine il regista sembra che cerchi soprattutto di parlare del rapporto non rapporto che intercorre tra genitori e figli, ma anche tra i ragazzi della stessa generazione, che pur passando del tempo insieme, non riescono veramente ad entrare in contatto e in sintonia tra di loro. Neanche con il sesso, che viene consumato in modo meccanico e privo di reale desiderio o emozione.

 

Un’invisibilità e apaticità che richiama quella dei soggetti delle apparizioni, spesso con sembianze di derelitti o emarginati.

 

Pellicola complessa, intelligente e insinuante, ma forse un po’ troppo criptica e lacunosa, proprio a causa dei suoi tanti messaggi, disseminati più o meno distintamente ed efficacemente. Abbastanza originale nel suo intento senza risultare troppo saccente, ma neanche così morbosa da spaventare davvero.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati