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Quando c'era Berlinguer

Regia di Walter Veltroni vedi scheda film

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La recensione su Quando c'era Berlinguer

di mm40
5 stelle

Fra il 1972 e il 1984, anno della sua morte, Enrico Berlinguer fu a capo del Partito Comunista Italiano. Con lui la sinistra italiana visse il suo periodo di maggiori fermenti, tremori, entusiasmi; in questo documentario viene rievocato il politico, ma anche l'uomo, con le parole di chi l'ha conosciuto da vicino: colleghi di partito, giornalisti, la figlia Bianca.

Walter Veltroni, segretario PD nei primi anni del Duemila, esordisce come regista a quasi sessant'anni e lo fa per una causa nobile: con questo documentario infatti si vuole ricordare la figura di uno dei più amati esponenti del PCI, rispettato e stimato anche dai suoi avversari: Enrico Berlinguer, nel ventennale della sua scomparsa. Materiale prezioso (filmati d'archivio, interviste quasi tutte realizzate ad hoc) viene mischiato con poca abilità ad altro più prettamente retorico, con carrellate sui tramonti romani o riprese in bianco e nero di giornali stracciati per strada che il vento porta via, corredate da commento della voce esterna (sempre Veltroni) che non aggiunge nulla, ma soltanto farcisce di infiorettature patetiche, a quanto stanno già dicendo gli intervistati. Anche la scelta di inserire Jovanotti nella lista di questi ultimi, un cantante popolare di nessuna consistenza intellettuale, può fare discutere, quantomeno perchè Jovanotti non ha mai visto nemmeno da vicino Berlinguer; rimangono comunque interessanti e appropriate le discussioni con Napolitano (che nel finale si commuove fino alle lacrime), il quasi centenario Ingrao, e ancora Emanuele Macaluso, Bianca Berlinguer, Forlani, Gorbaciov, Scalfari. Da censurare e biasimare con tutte le forze, invece, una certa ricerca di protagonismo da parte del'autore, che smorza la potenza della rievocazione: sentirgli asserire convinto che "la prima volta che vidi Berlinguer dal vivo lo ripresi con una cinepresa acquistata grazie a un 12 al Totocalcio" è una bestemmiona contro l'intelligenza dello spettatore, che non può fingere di non sapere che Walter Veltroni è figlio di uno degli uomini più potenti della storia delle comunicazioni in Italia, il dirigente RAI Vittorio. Comunque ci si consola al pensiero che non gli ha neppure sfiorato la mente per un millesimo di secondo l'idea di poterla avere acquistata, quella cinepresa, lavorando. 5,5/10.

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