Regia di Douglas Sirk vedi scheda film
Una psico-commedia sulle tecniche di seduzione e le forme di perversione, elegantemente calata in una veste classica. Nell'impianto del giallo, brillantemente costruito su una fantasiosa costellazione di controindizi e falsi sospetti, affiorano – pur in assenza di coralità - gli scenari di varia umanità alla Fritz Lang, ed anche l'espressionismo fa capolino nella figura del sarto folle interpretata da Boris Karloff. Lo sfondo del racconto è un microcosmo cittadino allargato dai moderni mezzi di trasporto e comunicazione (la posta, il telefono, i giornali, le automobili e le navi), e teso tra i due estremi opposti, rappresentati dall'alta società e dall'ambiente underground delle entraîneuse e del malaffare. Il teatro è la fonte d'ispirazione per questo film, ricco di riferimenti al mondo dello spettacolo, pieno di finzioni e travestimenti, e, soprattutto, caratterizzato da un'azione circoscritta che rimanda continuamente ad un "altrove" esterno ed invisibile (la misteriosa destinazione delle ragazze scomparse). La vicenda della protagonista, che viene costantemente catturata da persone, luoghi e situazioni sconosciute, accentua l'aura claustrofobica del film, che anche la poesia mortifera delle lettere scritte dal maniaco contribuisce a sottolineare. "Lo sparviero di Londra" è come "M., il mostro di Düsseldorf", un prototipo, in versione popolare, del genere noir, che fa propria l'atmosfera, cupamente sensazionalistica, della cronaca dei rotocalchi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta