Regia di Jeff Nichols vedi scheda film
Nichols al suo primo film non indipendente, anche se anche questo è praticamente uscito in 2 sale in tutto il mondo e da noi nemmeno in una, dimostra di avere delle qualità non indifferenti anche in un genere come la fantascienza, che viene tanto bistrattata a giorno d'oggi, ma va detto che ci regala anche qualche perla vedi ex machina ed altri titoli. Questo film è un film drammatico prima di tutto, si c'è la componente fantascientifica, ed un ragazzino con poteri psichici che spara luce dagli occhi non puo' che essere al centro di tutta la storia. Ma quello che alla fine rimane è più che altro il racconto di questa famiglia e di queste persone che cercano di aiutare questo piccolo ragazzo, fuggendo dalla solita società egoista e malpensante, qui rappresentata sia da questa specie di setta religiosa che dal governo stesso. E' un film che parla di famiglia, di paternità soprattutto, più che di maternità, come ha sottolineato anche lo stesso regista. Un film quasi autobiografico quindi che indaga molto bene il rapporto, in questo caso drammatico, tra il padre e il suo figliolo, e che come dice lo stesso Nichols non ha bisogno di spiegare nulla di più. Infatti tutto funziona meglio tralasciando anche quelle piccolezze nella trama che non sono venute fuori con l'andare avanti dei minuti. Si perchè non si tratta di un giallo, ma ci siamo vicini, visto che all'inizio niente ci viene detto di quello che sta succedendo, e poi proseguendo con le scene comincia poi, lo spettatore, a farsi un'idea dell'accaduto, molto vicino ad un ET o cose simili per quanto riguarda la trama di fondo. Si respira quindi un po' quella bella arietta di anni 80, ma non completamente non vuole essere una sorta di Stranger Things, Nichols fa il suo cinema, fatto di regia dai ritmi lenti soprattutto, sempre quadratissima, ma anche incisiva nelle scene più di tensione/thriller o di azione vera e propria e con una fotografia anche innovativa i ncerti casi, per i colori grigiastri, o comunque sempre molto scuri, che caratterizzano questa fuga di mezzanotte dei protagonisti. Lo spettatore quindi si lascerà sicuramente trasportare dalla trama, con le varie cose dette, e non dette, dalle varie interpretazioni magistrali degli attori, su cui spicca l'attore feticcio del regista Michael Shannon, dalle splendide immagini, notturne per la maggior parte, fino ad un finale si drammatico, ma che paradossalmente rafforza ancor di più il concetto di rapporto paterno, e materno, che Nichols voleva farci capire.
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