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Magic in the Moonlight

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Magic in the Moonlight

di mck
8 stelle

Razionalità - fra "Shadows and Fog" cerebrali - in pieno Sole: poi giunge il cirrocumulonembo dell'Amore e... "Whatever Works"!

 

 

Uno dei più «seri» tra gli «scherzi» dell'autore, «Magic in the Moonlight», incastonato fra due drammi duri e puri, uno - «Blue Jasmine» - intrinsecamente cassavetesiano, l’altro - «Irrational Man» - nichilista-esistenzialista (e quindi profondamente alleniano: «Crimes and Misdemeanors» e «Match Point» docent), rifulge di una particolare luce propria (che non è solo quella del mattino e del meriggio che Darius Kondji - col regista oramai, a progetti alterni, da più di dieci anni, e qui in trasferta costazzurrognolo-provenzale dopo la NY di «Anything Else», la Ville Lumière di «Midnight in Paris» e l’Urbe di «To Rome with Love» - gett’addosso ad Emma Stone), quella dell’illuminismo a oltranza.

«Non esiste autenticità, è tutto fasullo: dal tavolino a tre gambe al Vaticano e oltre.»

«Ho sempre saputo che doveva esserci in questa vita più di quanto non si veda. Com'è possibile che quello che vediamo sia tutto quello che c’è? È un pensiero così deprimente. Perché mai Dio si sarebbe preso tanto disturbo se ogni cosa finisse nel niente?»

«Avevo sentito una piccola vibrazione di ansia quando il motore [dell’Alfa Romeo 6C(avalli) 1750 Gran/Super (1928) Sport rossa; NdR] ha cominciato a fumare poco fa.»

 

 

L’understatement uggioso di Colin Firth è adatto al ruolo. La grazia malandrina di Emma Stone - che confondo sempre con Emma Watson così come inverto Michelle Williams e Carey Mulligan e incrocio Dakota con Elle Fanning - altrettanto. Completano la compagnia d’attori (raccolta e selezionata da Juliet Taylor, l’abituale cast director del regista), come sempre eterogenea e affiatata: Simon McBurney, Eileen Atkins, Amish Linklater (con ukulele), Marcia Gay Harden, Jacki Weaver e Catherine McCormack.

Montaggio di Alisa Lepselter. Musiche da Kurt Weill a Cole Porter, passando per Beethoven, Ravel, Stravinsky. Producono Perdido/Gravier (Letty Aronson) e distribuisce Sony.

Ute Lemper al cabaret berlinese interpreta «Alles Schwindel» (Vertigine/Truffa) di Marcellus Schiffer e Mischa Spoliansky, appropriata tanto per il contesto geografico, storico e politico, ovvero il tramonto della Repubblica di Weimar, quanto per quello prettamente narrativo legato al soggetto ectoplasmatico del film.

«Direi che ha un classico disturbo nevrotico della personalità. […] Ossessionato dalla mortalità. Non crede in niente. Trova che la vita non abbia significato. Insomma, un perfetto depresso che sublima ogni cosa nella sua arte. Ed è un grande artista. […] Ma, come Freud, non si farà mai e poi mai sedurre da pensieri infantili solo perché sono più confortanti. Davvero un uomo infelice. Mi piace molto.»

«Mi sono lasciato prendere dal pensiero magico, e per un po’ sono stato felice. Ma ero felice com’è felice un idiota, la felicità non è la naturale condizione umana.»

 

 

Lo capisci, l’inganno, la macchinazione, la pastetta, un paio di secondi prima che venga esplicitata, la rivelazione, dal modo in cui Emma Stone distende le gambe poggiando i piedi sul pouf: una maniera un po’ troppo familiare di comportarsi alla presenza di -omissis-

Contestualizzata al «genere» la sceneggiatura di Allen è coraggiosa anche perché non spinge sul pedale - rispettabilissimo - dell’intrigo alla Doyle/Christie: ad esempio poteva utilizzare il malore poi risoltosi dell’amata zia trasformandolo per l'occasione agli occhi degli altri in un accidente fatale, farne rievocare la presenza tramite una seduta spiritica e poi, sul più bello, farla comparire sul serio, dal vivo e da viva, sulla scena dell’imbroglio reiterato. E invece, la svolta, la risoluzione, del tutto intellettuale nell’espressione e nell’accezione più tecnico-scientifiche del termine, avviene «fuori campo & in piena vista», ovvero dentro la scatola cranica del protagonista rimuginante. 

 

Razionalità - fra "Shadows and Fog" cerebrali - in pieno Sole: poi giunge il cirrocumulonembo dell'Amore e... "Whatever Works"! 

 

(***¾) ****    

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