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Locke

Regia di Steven Knight vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Locke

di ethan
8 stelle

Ivan Locke (Tom Hardy) è un capocantiere in una ditta di Londra, che il giorno successivo ha un'importante commessa da svolgere, consistente in una grossa colata, per edificare poi un palazzo, che dovrebbe coordinare e dirigere; è anche un padre di famiglia, con a casa la moglie Katrina ed il figlio che lo aspettano con ansia, specie il secondo, desideroso di condividere con lui la partita di calcio della loro squadra del cuore. Ma l'uomo non sta tornando a casa, poiché deve raggiungere in un ospedale Bethan, una donna che ha conosciuto qualche mese prima sul lavoro e con cui ha trascorso una notte insieme e ora sta per entrare in sala parto ed è molto ansiosa. Durante il tragitto inizia un fuoco di fila di telefonate tra lui, la moglie, un suo sottoposto, il suo capo, il figlio, la donna e altre persone ad essi collegate in un crescendo emotivo inarrestabile come la corsa dell'uomo in macchina.

'Locke' è la sorprendente opera seconda di Steven Knight, già apprezzato sceneggiatore ('Piccoli affari sporchi', 'La promessa dell'assassino') per altri importanti autori, che mettendo in atto il rispetto delle tre unità aristoteliche - si pensi all'Hitchcock di 'Nodo alla gola', peraltro passato alla storia più per il (finto) piano-sequenza con cui è girato, a 'The Set-Up' di Robert Wise oppure a 'Mezzogiorno di fuoco' o in tempi recenti al modesto 'Buried' -  struttura il suo film riducendolo ai minimi termini, restringendo al massimo il luogo deputato al trascorrere degli eventi, ricondotto all'abitacolo della vettura guidata da Locke e con Tom Hardy unico attore in scena, coadiuvato dagli altri personaggi, le cui fattezze possiamo solo immaginare (come quando si legge un libro), ascoltando le loro voci che interloquiscono di volta in volta con il protagonista.

'Locke' - non avendo letto prima della visione nulla della trama temendo i classici spoiler - pensavo fosse costruito come un thriller basato sul tempo che passa, ma al contrario si tratta di un dramma esistenziale sulle scelte che un individuo compie e sugli effetti devastanti che esse provocano sulle persone che gravitano attorno a lui ed anche un viaggio 'mentale' in cui una persona fa i conti con il proprio passato e la propria coscienza.

'Locke' si fa forza di una sceneggiatura ferrea, con solo qualche piccola pecca dovuta alla ripetitività di certi eventi, di un montaggio adrenalico e sincopato e ovviamente di un'eccezionale prova di Tom Hardy, molto misurato, contrariamente a tanti suoi recenti ritratti di cattivi 'Bigger than Life', nei panni di una persona tutto sommato molto comune, le cui certezze - famiglia, affetti e lavoro - stanno per sgretolarsi a causa di un singolo errore, di una umana debolezza compiuta magari per colpa della stanchezza o di un bicchiere di troppo, dal quale non vuole tirarsi indietro, assumendosene tutte le responsabilità.

E' un film che ad un primo impatto può lasciare un po' spaesati ed attoniti - come nel mio caso - ma poi a poco a poco sedimenta lasciando tracce indelebili.

Voto: 7/8 (v.o.s.).

 

 

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