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Ti ricordi di me?

Regia di Rolando Ravello vedi scheda film

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La recensione su Ti ricordi di me?

di supadany
6 stelle

L’esordio da regista di Rolando Ravello era stata una piccola sorpresa (“Tutti contro tutti”, 2013), questo bis arriva già l’anno seguente e segna l’approdo ad un genere più consolidato, la commedia dei sentimenti, per quanto poi ci sia l’impegno di mostrarlo sotto punti di vista meno usuali.

Non funziona benissimo, è molto discontinuo, ma non è affatto avaro in fatto di stimolo partecipativo.

Roberto (Edoardo Leo) è cleptomane e scrive favole, Bea (Ambra Angiolini) è un’insegnante che soffre di narcolessia con la tendenza a perdere la memoria, per questo ha sempre con se un libro sul quale annota tutto.

Lui la corteggia, una missione piena di ostacoli, alla fine sembra farcela, ma le incognite in un (doppio) caso come il loro sono sempre dietro l’angolo.

 

Edoardo Leo, Ambra Angiolini

Ti ricordi di me? (2014): Edoardo Leo, Ambra Angiolini

 

Da un soggetto teatrale di Massimiliano Bruno, una sceneggiatura di Paolo Genovese ed Edoardo Falcone, seconda regia per Rolando Ravello, meno ambiziosa del suo esordio, ma non banale, altamente scostante, ma vitale e propositiva.

Si tratta di una favola romantica quasi surreale, su tappeto di problemi in una società che ne è piena ma tende alla rimozione come se essere sempre felici e pensare che tutto debba sempre andare per forza bene sia un dogma fondamentale per andare avanti.

Uno svolgimento molto tenero nelle insicurezze, il che permette anche al film di riscontrare un po’ di indulgenza, capace di coltivare il suo orticello con una spiccata delicatezza per quanto la leggerezza a volte sia fin troppo accentuata.

A prescindere da tutto, ci ricorda (senza punti di domanda) l’importanza della memoria e della fantasia, due aspetti che si tendono ad accantonare ma che si possono aiutare vicendevolmente con la forza dell’amore che va oltre le difficoltà; (insegnamento)  troppo spesso ci lasciamo sopraffarre dal primo scoglio che troviamo, invece dovremmo imparare a combattere perché se si ama davvero allora quest’ultima diventa (dovrebbe diventare) un’azione automatica.

Passando ai personaggi, tutto è per lo più incentrato sui due protagonisti (a parte l’ilare Paolo Calabresi); complesso, e difficile da direzionare, il personaggio di Ambra Angiolini (a luci ed ombre), empatico il maschile di Edoardo Leo per il quale il tifo è assicurato.

Un film contrastato, a partire dal fatto che è un po’ commedia, molto divertita, ed un po’ un sentimental-drama, con una demarcazione (troppo?) brusca anche se poi non è sbagliato pensare che ci sia un tempo per ridarsela ed uno per riflettere su ciò che dovrebbe essere un paletto della vita di tutti (eh già l’amore).

Al di là del valore effettivo, il pubblico non ha risposto e non me stupisco affatto (con un po’ di rammarico).

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