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Roma città aperta

Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Roma città aperta

di fratellicapone
10 stelle

...un capolavoro sull'ora più buia della storia italiana, Roma occupata dai tedeschi dopo la resa incondizionata dell'Italia e la fuga del re..

Ho visto questo film diverse volte e l’ultima è stata questa sera in tv. Ogni volta provo la stessa profonda emozione di quando tanti anni fa lo vidi per la prima volta. Capita raramente che un film ad una visione successiva, a distanza di anni, mi trasmetta le stesse emozioni. Se succede questa magìa è per me la prova che quel film è un capolavoro. Forse è un criterio arbitrario perché è un giudizio che non si basa non valori oggettivi ma soltanto sul coinvolgimento emozionale con il film, che comprende la storia, gli interpreti, la sceneggiatura, la colonna sonora. Tutto questo diventa un unicum inscindibile e il film, in qualche modo, entra nella ma vita definitivamente.

Il film mi ricorda sempre le poche cose che raccontava mia mamma che nell’ottobre del 1943 a Napoli, appena dopo le quattro giornate, partoriva mio fratello. Bombardamenti continui, corse ai ricoveri, poco da mangiare, rastrellamenti a cui mio padre riuscì fortunosamente a scampare e violenze dei fascisti e dei tedeschi.

Non so se sia corretto che questi ricordi si trasferiscano nel giudizio sul film ma non posso farne a meno.

Roma città aperta è un capolavoro assoluto che vede il comportamento degli uomini travolti nel tritacarne della guerra senza mai perdere la loro umanità e la speranza nel futuro. Ci sono uomini e uomini ma come dice il prete prima di essere fucilato “Non è difficile morir bene. Difficile è vivere bene”. Fabrizi, solitamente visto in commedie, qui è don Pietro, un prete che collabora con i partigiani e aiuta chi può, anche un disertore tedesco stanco di vedere e commettere orrori. Non mi sembra un film manicheista, gli italiani non sono tutti come Francesco o come don Pietro e nemmeno come i ragazzi che vogliono combattere i tedeschi. C’è il questore che consegna la scheda segnaletica dell’ingegnere tutto orgoglioso del suo successo con l’ufficiale tedesco. C’è Marina che si fa mantenere dai tedeschi e consegna Francesco ai tedeschi. In generale, pur nella situazione così grave e violenta, la vita continua e non si sprofonda nella disperazione. C’è l’infernale atmosfera di via Tasso con l’ufficiale tedesco in comando, chissà perché Rossellini lo ha tratteggiato con atteggiamenti effeminati assolutamete incompatibili con un ufficiale tedesco e perdipiù delle SS. Era un luogo di tortura a di morte a cui attendevano con solerzia ma anche un luogo di relax per i tedeschi con pianoforte, liquori, donne.

In tutto questo non mancano piccoli episodi di commedia. Il prete che gira la statua di San Rocco per non fargli guardare la statua di una donna nuda, entrambi in un negozio di oggetti d’arte; il macellaio a cui due soldati tedeschi portano due agnelli e il macellaio dice che lui non li sa ammazzare e i tedeschi dicono li macelliamo noi e il macellaio risponde so bene che quello è il vostro mestiere; su tutte la scena del finto vecchietto moribondo messo a dormire con una padellata dal prete. In conclusione nell’ora più buia della nostra storia il popolo minuto non aveva perso la speranza, come dimostrano i ragazzini del palazzo che nascondono armi ed esplosivi all’insaputa di tutti,. Tutto questo mentre il re e i vertici del potere si erano messi al sicuro fuggendo nella zona già occupata dagli inglesi.

Infine un giudizio sugli attori, Anna Magnani nel ruolo di Pina, una vedova con il figlio Romoletto, è assolutamente perfetta per il personaggio della donna del popolo che non si piega ai rovesci della vita e pensa al suo matrimonio di guerra con Francesco. Aldo Fabrizi è don Pietro e l’attore è perfettamente calato nel personaggio, autorevole, sicuro anche nei momenti peggiori anche di fronte al plotone di esecuzione ma anche tenero e affettuoso con i suoi parrocchiani, con i ragazzini che giocano a pallone, con Romoletto. E, infine, tutti gli altri interpreti, quasi tutti gente comune, recitano con naturalezza perché quel periodo fa parte della loro esperienza di vita.

Un film grandioso.

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