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Apes Revolution: Il pianeta delle scimmie

Regia di Matt Reeves vedi scheda film

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La recensione su Apes Revolution: Il pianeta delle scimmie

di EightAndHalf
7 stelle

I primi saranno gli ultimi, e gli ultimi saranno i prim(at)i.

 

scena

Apes Revolution: Il pianeta delle scimmie (2014): scena

 

Dopo un inizio a cavallo fra testosterone e tenerezza (dalla caccia all'uccisione dell'orso, fino al parto del figlio di Cesare e alla faccia della scimmia Maurice), Apes Revolution parte con la constatazione di un dilemma su misura da blockbuster, ma non per questo meno serio: come gestire la propria sovranità sulla Terra, se a convivere sono due razze equamente sviluppate dal punto di vista intellettivo? In un mondo e in una natura che chiedono civiltà al prezzo del soggiogamento, le scimmie e gli uomini sono costretti a uno scontro frontale, nonostante il saggio relativismo che caratterizza sia il Cesare dalla parte delle scimmie, sia il protagonista dalla parte degli umani: non tutte le scimmie, né tutti gli umani, sono cattivi, ma gli uni conoscono la parte peggiore degli altri, e non c'è come sventare i luoghi comuni, le terribili cose date per scontate, quelle che ti uccidono perché vedi solo una delle due facce della medaglia. Cesare ha conosciuto la parte buona dei "mostri" umani, ma sa bene che gli uomini si uccidono fra di loro. Dunque si propone di rielaborare la civiltà umana (che forse la civiltà possa esistere solo in un modo?), prendendo lingua e strutture umane (l'inglese e la famiglia, prima delle altre) ma professando la pace soprattutto fra i suoi simili ("Ape not kill ape" scritto a caratteri cubitali sul muro in cui la simpatica scimmia Maurice fa scuola ai piccoli scimpanzé).

 

scena

Apes Revolution: Il pianeta delle scimmie (2014): scena

 

Matt Reeves, autore prima dello scadente Cloverfield e poi dell'appena guardabile Blood Story, gira finalmente una pellicola sagace e attenta, robusta nella messa in scena e nella gestione degli effetti speciali. La ribalta edificante è inevitabile, e nasce dalla volontà di creare un gioco di specchi continuo fra scimmie e uomini (con gli stessi conflitti fra violenza e non-violenza, con gli stessi confronti generazionali), ma è comunque un edificante che si stempera con la sincerità e la profondità del tutto: alla fine le scimmie sono come gli uomini, proprio perché la civiltà è causa di inciviltà e non c'è proprio nulla da fare.

 

scena

Apes Revolution: Il pianeta delle scimmie (2014): scena

 

Il livello dell'azione è alto, dal punto di vista qualitativo, e non fa rimpiangere il primo importante capitolo di Rupert Wyatt. Anche perché contiene in sé tutti i giusti presupposti per tenere sul filo della tensione, accavallando situazioni che sembrano sempre più disperate (l'attentato a Cesare, l'ingresso nella torre degli umani, la follia finale di Gary Oldman), ma sa anche consolare nella giusta misura, finendo con una riconciliazione che prepara alla guerra. E a questo proposito il cliffhanger riesce a non dare eccessivo fastidio, invitando lo spettatore a incuriosirsi genuinamente di come gli eventi possano ulteriormente peggiorare. Dunque Apes Revolution accontenta e quasi vizia le aspettative, regalando un grande messaggio e una storia non del tutto scontata, abbastanza lontana dal confine con il prevedibile.

 

scena

Apes Revolution: Il pianeta delle scimmie (2014): scena

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