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Rocco e i suoi fratelli

Regia di Luchino Visconti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rocco e i suoi fratelli

di noodless94
10 stelle

Rocco e i suoi fratelli è tra gli ultimi film del periodo neorealista, il cui inizio si fa risalire canonicamente al 1943, proprio con un'opera di Luchino Visconti, Ossessione(Georges Sadoul, celebre critico francese, ritiene che la fine del movimento cinematografico italiano sia da far risalire agli inizi degli anni 60, e inserisce tra gli ultimi film anche Rocco e i suoi fratelli). Il movimento poi si sarebbe sviluppato in Italia e nel mondo, fino a divenire una delle principali correnti del suo periodo, grazie a registi del calibro di De Sica, Rossellini, il primo Fellini, lo stesso Visconti e molti altri ancora. 

Rocco e i suoi fratelli prende spunto dal romanzo "il ponte della ghisolfa" di Giovanni Testori, e racconta, tramite le vicende di una povera famiglia lucana, il fenomeno dell'immigrazione transnazionale, che, dagli anni 50 spinse numerose famiglie del sud Italia a spostarsi nel nord Italia. Così Rocco e i suoi fratelli (Ciro, Simone, Luca e Vincenzo, già da tempo trasferitosi a Milano) insieme alla madre, lasciano la propria terra dopo la morte del padre Antonio. I fratelli, giovani e senza un lavoro, cominciano a immedesimarsi all'interno della grande metropoli, facendosi assorbire del tutto dagli stili di vita e dalle abitudine presenti nel capoluogo lombardo. Su tutti Simone, il più coccolatto dalla mamma, perde il controllo di se stesso, si abbandona al lusso, all'alcool, alla speranza di una carriera da pugile che promette anche una vita sopra le aspettative, finendo col perdersi, con l'allontanarsi totalemente dalla famiglia, dalle radici della propria terra. Innamoratosi di Nadia, una giovane prostituta che abita nello stesso palazzo, finirà con l'ucciderla, accecato dall'ira dell'abbandono e del tradimento subito a causa del fratello, Rocco, che , anche lui, se ne innamora e ci si fidanza. Tra tutti Rocco sembra essere quello che, nonostante tutto, cerca di tenere unita la famiglia, di recuperare la pecorella smarrita Simone, di coprire tutti i suoi guai e tutti i suoi debiti, sobbarcandosi un destino e un futuro indesiderato, sentendosi il colpevole principale del disfacimento mentale e fisico del fratello. Prenderà il suo posto nel pugilato, fino a diventare uno dei migliori combattenti in circolazione, cosa che lo constringerà a viaggiare, ad allonatanarsi sempre più dalla sua terra e dalla sua famiglia. Tra tutti solo lui desidera, un giorno, tornare in Basilicata, nella sua terra, a ripiantare le radici nel posto in cui è nato e cresciuto. Ciro e Vincenzo invece, sembrano aver del tutto dimenticato la propria terra, stabilendo le radici della loro famiglia a Milano. Vincenzo, fidanzato con Ginetta (interpretata dalla cardinale), e Ciro, anch'egli fidanzato e con un lavoro fisso da operaio all'alfa romeo. Luca, il più piccolino, è invece in balia dei più grandi, e vive da lontano le vicende degli altri fratelli.

 

 

Tra le prove degli attori sicuramente quella che spicca maggiormente è  quella di Renato Salvatori che interpreta Simone, personaggio che durante tutta la pellicola cambia più volte carattere e comportamento. Rocco, interpretato da Alain Delon, in uno dei suoi pochi personaggi buoni, mette in luce la capacità dell'attore francese di interpretare un personaggio che non sia un cattivo, per cui è sicuramente più portato. Ottima anche la prova di Annie Girardot nei panni di Nadia, e quella di Katina Paxinou, nel ruolo della madre. Su quest'ultima bisogna apprezzare l'attrice greca, perfettamente immedesimata nel ruolo della madre del sud, anche se in alcuni frangenti, specialmente nella scena della stanza da letto nel finale, sembra un tantino esagerata nella reazione. Tutto sommato, però le prestazioni sono state buone. 

Nulla da dire su Luchino Visconti, che dietro alla macchina da presa gira uno spaccato contemporaneo della situazione Italiana di quel periodo. 

Rocco e i suoi fratelli venne inserito , successivamente alla data di uscita, nella lista dei 100 film italiani da salvare.

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