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Rio Lobo

Regia di Howard Hawks vedi scheda film

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La recensione su Rio Lobo

di MVRulez
7 stelle

Rio Lobo è l'ultimo film di uno dei giganti del cinema classico americano, ovvero Howard Hawks che per i Cahiers du cinéma, e in particolar modo per Truffaut, costituiva insieme ad Alfred Hitchcock e a John Ford, l'esempio più fulgido di "autore" attivo durante la golden age hollywoodiana. Questo film venne all'epoca massacrato dalla critica e poco apprezzato dallo stesso regista, forse deluso anche dai riscontri tutt'altro che positivi al box office. È facile comprendere il motivo di quest'accoglienza. Il film venne distribuito nel 1970, quando ormai si era già da tempo affermata la Nouvelle vague, insieme a tutte le loro innovazioni che hanno finito per influenzare anche lo stesso cinema americano e che hanno portato allo sviluppo della New Hollywood (i vari Coppola, Scorsese ecc. che avrebbero, tutti, espresso la loro ammirazione proprio nei confronti dello stesso Hawks) la cui impronta era diversa sotto molti aspetti rispetto a quella del cinema classico, che ormai stava già cominciando ad apparire come un fossile, come qualcosa di arcaico e superato. In questo contesto storico ed artistico fece la sua comparsa il Rio Lobo di Hawks, una pellicola strutturata nella maniera più "classica" possibile, dall'intreccio ai personaggi, agli attori (spicca un John Wayne sulla sessantina d'anni), alla regia, all'utilizzo degli studios cinematografici piuttosto che dei luoghi veramente esistenti; è normale che un film così apparisse come un oggetto anacronistico e che pertanto venisse criticato per la sua arretratezza. In realtà la sua classicità non fa altro che confermare ciò che gli stessi giovani critici francesi dei Cahiers du cinéma affermavano da tempo, ovvero come Hawks avesse un suo stile, una sua impronta ben definita, con cui impregnava ogni sua opera, al di là di quale fosse l'epoca o la corrente con cui si trovava a dover convivere. Pertanto le recensioni dell'epoca mi appaiono piuttosto ingiuste ed anche piuttosto superficiali, proprio perchè non tengono conto di chi era Hawks e di quali fossero i suoi principali stilemi. Con Rio Lobo, Hawks guida lo spettattore, tramite la sua cosiddetta "regia invisibile", ad un'avventura western, con tutte le sue principali caratteristiche: il periodo storico della guerra civile, l'azione, le sparatorie, gli inseguimenti, la lotta tra onesti e corrotti, i buoni e i cattivi, una dicotomia conflittuale che travalica anche il contrasto tra "nord" e "sud". Vi sono anche degli spunti comici notevolmente divertenti, tipici del tocco di Hawks; proprio quel comico, quel gusto per la commedia, è stato uno dei tratti principali della lunga filmografia del cineasta americano, che non soltanto è stato uno dei principali artefici della screwball comedy a partire dagli anni '30, ma che ancora negli anni '60 si cimentava in questo genere con una spensierata leggerezza (piuttosto felice è il risultato ottenuto con "Lo sport preferito degli uomini", film del 1964). Anche le figure femminili risultano essere più curate, forti e volendo anche indipendenti, soprattutto rispetto al ruolo di pure comparse, figure esili, talvolta senza spessore, a cui venivano ridotte in altri western. Per concludere, pur non essendo certamente un capolavoro nè una delle opere principali di Hawks, Rio Lobo costituisce un lavoro di pregevole fattura, capace di intrattenere a dovere lo spettatore durante le sue quasi due ore di durata.

John Wayne, Jennifer O'Neill

Rio Lobo (1970): John Wayne, Jennifer O'Neill

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