Stevie arriva a Londra da Glasgow dopo un "intermezzo" passato in galera. A Londra trova lavoro in un cantiere. Trova un po' di solidarietà, un alloggio abusivo in cui vivere e anche una mezza fidanzata, aspirante cantante e tossicodipendente. Poi, il giorno in cui un suo compagno cade dall'impalcatura per colpa delle insufficienti misure di sicurezza, trova anche il coraggio di dare fuoco al cantiere.
Note
Solo Ken Loach è capace di raccontare con tono leggero storie deprimenti, ma quasi senza averne l'aria.
Anche in questo film di Ken Loach la vita degli ultimi viene rappresentata esattamente così com'è, nella sua fragile poesia e nella sua irrimediabile disperazione. Voto 7/10.
visto solo ieri, a distanza di quasi 20 anni riff raff resta commovente al punto da lasciare dentro qualcosa che continua a muoversi nei giorni successivi alla visione,qualcosa si è intrufolato ormai.
Il regista sembra interessarsi dei fatti in maniera indifferente, da semplice spettatore, scarrellando con la macchina da presa per focalizzarsi su tanti drammi diversi della vita.Uno schiaffo silenzioso
• Spesso Ken Loach viene visto come un regista "contro", ferocemente critico della società. Credo che per comprendere al meglio i suoi film sarebbe utile considerare un altro punto di vista, quello di Ken Loach come un regista "pro", ferocemente "dalla parte di". Sì, un regista, un uomo, talmente dalla parte di quelli che ama che senza smettere di seguirli e di capirli sa… leggi tutto
Non che Loach fosse l'ultimo arrivato o che non si conoscesse già piuttosto bene il suo potenziale distruttivo, iconoclasta e ferocemente critico della società inglese sua contemporanea: il regista proveniva da una carriera ormai venticinquennale e questo Riff raff, soprattutto alla luce dei film che lo seguiranno, non è esattamente una sorpresa in sè. Ma lo diventa se si guarda al momento… leggi tutto
• Spesso Ken Loach viene visto come un regista "contro", ferocemente critico della società. Credo che per comprendere al meglio i suoi film sarebbe utile considerare un altro punto di vista, quello di Ken Loach come un regista "pro", ferocemente "dalla parte di". Sì, un regista, un uomo, talmente dalla parte di quelli che ama che senza smettere di seguirli e di capirli sa…
A.utomunito e A.mante delle Belle A.rti cercansi (A.stenersi perditempo: arricciatori di code di maiale, raddrizzatori di banane e vice-presidenti del… segue
Gli anni '90 sono stati un decennio proficuo per quanto riguarda il cinema, molti dei migliori registi di oggi hanno visto la luce proprio in quel periodo e molti altri, già all'attivo da parecchio tempo, hanno…
Perché andiamo al cinema? ... Perché ci crogioliamo sul nostro divano per vederci un bel Home Video? ... Ci sono mille motivi! Il cinema fa sognare, ma si gusta, si riesce a interpretare perché il…
Grazie a uno stile disadorno (il film è girato in 16 mm), a una storia, a dei personaggi, a dei dialoghi perfettamente aderenti al contesto che racconta (l'autore Bill Jesse si manteneva lavorando nei cantieri) e a degli splendidi interpreti, Loach ci dà l'illusione di vivere fianco a fianco con i suoi operai. Ricco di humor il film avanza a ritmo sostenuto attraverso drammi e…
Aspettando tempi migliori, che forse mai arriveranno, per la festa del primo maggio, una lista di film dedicata a tutti quelli che hanno dovuto lavorare anche oggi, che nel mondo attuale con la crisi e tutto il resto,…
Le opere di Ken Loach nascono come classici, già in partenza. Questa pellicola ci presenta una situazione tremenda e realistica di un'Inghilterra thatcheriana e terribile, disumana, in cui amore e solidarietà faticano a trovare posto e vengono inesorabilmente cacciati dallo schermo. Cosa rimane? La voglia di lottare, seppure con mezzi improvvisati e violenti, di sconfiggere i "topi-padroni"…
I(n)spirato da Yume e da Monti (Python, come si è detto. Copyright e sciocchezze simili a parte), ho deciso di fare una play dedicata alla nuova manovra che tanto somiglia a quelle vecchie in quanto colpisce sempre i…
Non che Loach fosse l'ultimo arrivato o che non si conoscesse già piuttosto bene il suo potenziale distruttivo, iconoclasta e ferocemente critico della società inglese sua contemporanea: il regista proveniva da una carriera ormai venticinquennale e questo Riff raff, soprattutto alla luce dei film che lo seguiranno, non è esattamente una sorpresa in sè. Ma lo diventa se si guarda al momento…
La vendetta è un piatto che va consumato caldo, possibilmente alla temperatura di un incendio, per Stevie (Robert Carlyle), operaio della periferia londinese con poca fortuna nel lavoro. Dopo un'odissea a lui tangenziale che lo costringe ad assistere al licenziamento di un compagno che aveva chiesto maggiore sicurezza sul posto di lavoro, all'incarcerazione di un secondo per un gesto di…
Il lavoro permea l'esistenza dell'uomo e ne determina gli stati dell'animo a seconda del rapporto che si ha con esso. Le condizioni lavorative ci dicono molto sul grado di civiltà di un paese e possono…
Steve è appena uscito di galera e da Glasgow si trasferisce a Londra in cerca di lavoro. Lo trova in un cantiere edile ma non ci impiega molto a capire che non basta lavorare per dare colore alla vita. Ritratto,amaro e ironico insieme(come sempre capita con Loach),dell'Inghilterra tacheriana dove ogni garanzia contrattuale a favore degli operai viene messa puntualmente in…
Una taglist dolente, che parla di disoccupazione, di lavoro che non c'è, di precariato. Temi duri, difficili, che di recente hanno attraversato il cinema italiano trasversalmente ai generi: dal documentario sino alla…
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Commenti (5) vedi tutti
. . . . Ken "il rosso" dalla parte dei "penultimi" . . . .
leggi la recensione completa di articolotreAnche in questo film di Ken Loach la vita degli ultimi viene rappresentata esattamente così com'è, nella sua fragile poesia e nella sua irrimediabile disperazione. Voto 7/10.
commento di alexio350visto solo ieri, a distanza di quasi 20 anni riff raff resta commovente al punto da lasciare dentro qualcosa che continua a muoversi nei giorni successivi alla visione,qualcosa si è intrufolato ormai.
commento di red graveIl regista sembra interessarsi dei fatti in maniera indifferente, da semplice spettatore, scarrellando con la macchina da presa per focalizzarsi su tanti drammi diversi della vita.Uno schiaffo silenzioso
commento di antimesIntenso, vero e onesto, in puro stile Ken Loach, anche se lontano dal suo capolavoro "My name is Joe".
commento di ultrapaz