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L'armata degli eroi

Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su L'armata degli eroi

di GIMON 82
8 stelle

"Quando ti si sgretola il pavimento sotto,resistere o arrenderti sono due facce della stessa voglia di distruggerti"
Pino Cacucci.

Resistere,come imperativo categorico d'una causa.
Vinta o persa che sia non fa differenza,l'importante è andare avanti.Controvento o divenendo "ombre" del proprio destino.Gli "eroi" di Melville vivono in questo limbo temporale,senza scelta,se non quella di piegarsi alla propria sopravvivenza.Leggi da clan interne,senza umanita' o un Dio che ci salvi dalle tragedie.La resistenza armata,quella del 1942,nella Parigi occupata furoreggiano i nazisti.Aguzzini in divisa,all'ordine d'un sistema omicida.Vi si contrappone un altra "faccia",resistente e combattente,che non ha scelta.E' la resistenza francese,dove vi sono uomini "contro",come Philippe o la "pasionaria" Mathilde,duri ed eroici,contro armi onnipresenti e debolezze umane.Scampoli di autobiografia dell'autore,è cosi che nasce il film.Jean Pierre Grumbach nel 1942 aveva 25 anni,era un "resistente" tra Marsiglia e Parigi.Nome di battaglia "Melville",in onore dello scrittore di Moby Dick.Quel nome di battesimo dal taglio francofono,gli diverra' pseudonimo artistico.Appiccicato come un distintivo,Grumbach sara' per sempre "Melville",in onore (o in ricordo) di una gioventu' passata in prima linea,a rischiare pelle o onore.Non esiste eroismo,come erroneamente lascia presagire il titolo italico.Esistono uomini "ombra",marchiati dalla durezza d'una stagione di morte.Uomini e donne,assiepati clandestinamente,subiscono angherie e torture,ma vanno aldila' di cio'.Quando sotto di loro di "sgretola" ogni speranza,NESSUNO è piu' amico,ogni sentimento assume valori gelidi.Un quadro tragico,e pregno di rigore essenziale.Melville mette in scena un sussidio di logiche infernali,un meccanismo delatorio "puro",allo scopo di portare avanti lotte e valori.E' una regia pura ed essenziale,priva di fronzoli,ricca di assiomi nichilisti.L'opera dell'"auteur" francese è di quelle scolpite negli annali.Quasi un quadro statico,formale,dove esiste un lieve piglio emozionale.Come il passaggio della macchina,Philippe e Mathilde si prendono la mano,come due dolci adolescenti.O la "pasionaria" Mathilde che porta con se la foto della figlia.Ma sono attimi di "luce",negli anfratti bui della memoria.Si perdono quegli attimi,cancellati dagli orrori dei campi di concentramento o delle prigioni naziste.Sono le decisioni sul campo che conteranno,estreme e senza emozionalismi,c'è chi lascera' la vita per cio'.Melville lascera' "trionfare" le vie della sopravvivenza,in questo caso armata.Le sue "ombre" si ritroveranno (ancora una volta) in un polveroso appartamento.Discuteranno sulla loro eroica "pasionaria",ora prigioniera,ostaggio dei nazisti,colpita nell'affetto.La delazione è dietro l'angolo,meglio affilare le armi,cancellando onori,affetti e amicizie.La dolcezza e l'umanita' non esisteranno piu',arriva la fredda e dura razionalita'.Senza sconti,col sangue "pasionario" sull'asfalto......Opera dura  "L'armata delle ombre" di Melville,secca e diretta,dotata di uno spessore cronachistico senza eguali.Preferisco chiamarlo cosi',il titolo italiano,non le dona il simbolismo che le spetta(senza eufemismi).Un riscatto ad un titolo (e sopratutto una versione) italico indegno.Purtroppo la nostra versione è criminalmente tagliata di 50 minuti,mancano senz'altro momenti cardine.Questo ne ha "falsato" il mio giudizio,non facendomi godere di maiuscole prove interpretative.Lino Ventura,Simone Signoret,Paul Meurisse,giganti sullo schermo e nelle terre di guerra,"ombre" di sè e di una tragedia alla quale non sopravviveranno......

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