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Si alza il vento

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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La recensione su Si alza il vento

di alan smithee
6 stelle

FESTIVAL DI VENEZIA 2013 - VENEZIA 70
L'ultima fatica del famoso maestro giapponese Miyazaki (che parebbe davvero proprio l'ultima, a sentire le dichiarazioni del celebre disegnatore ormai ultrasettantenne - un ragazzino lo definirebbe Manoel de Oliveira) ci porta indietro agli albori della tecnica del volo, e dunque agli albori del secolo più fertile per lo sviluppo tecnologico della nostra civiltà: il '900. La vita avventurosa dell'invece caratterialmente schivo Jiro Horikoshi segue le gesta del fanciullo sino alla piena maturità. Dall'attrazione per il volo, per i modellini di aerei giocattolo - anche semplici costruzioni in carta - sino ai primi veri prototipi progettati con minuzia ed idee avveniristiche fondamentali per giungere alla creazione della potente flotta giapponese e, più in generale, per la creazione di veivoli sempre più sofisticati e veloci. Storia, guerre, sentimento e amore contrastato fanno da sfondo ad una vicenda di un anti-eroe costretto suo malgrado ad emergere, a farsi valere, a soffrire perdite importanti e definitive dal punto di vista degli affetti. Costellato di personaggi realmente esistiti (tra questi il nostro pioniere dell'aviazione Giovanni Battista Caprini), il film è una lunga ed avventurosa epopea destinata, come spesso accade con l'autore di Heidi, ad un pubblico adulto. Le tragedie della storia, le guerre mondiali, i genocidi che insanguinarono più di ogni altra epoca storica il secolo che altrimenti verrebbe ricordato per le conquiste positive ed il progresso, sono uni sfondo troppo importante e drammatico per affievolirsi e perdersi nel sentimento di un amore contrastato e sfortunato. L'epopea del volo, l'arte quasi miracolosa di librarsi nei cieli, acquisiscono sotto il "pennello" naif del grande disegnatore una dimensione poetica che tuttavia si perde un po' in lungaggini e rischia di stemperare l'emozione altrimenti percepita in altre opere precedenti dell'artista. Un film più studiato a tavolino per emozionare che emozionante veramente ed istintivamente. Un film ambizioso e di largo rerspiro come un colossal in costume alla David Lean, che tuttavia non riesce pienamente a penetrare nel cuore e nella mente dello spettatore anche più fortemente affezionato all'autore.

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