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The Green Inferno

Regia di Eli Roth vedi scheda film

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EvilDevin87

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Green Inferno

di EvilDevin87
5 stelle

Eli Roth non mi ha mai convinto troppo. Ho sempre pensato che fosse un regista tecnicamente dotato ma senza grandi idee all'altezza del titolo di "maestro dell'horror" che critica e pubblico gli attribuiscono continuamente. Il tutto grazie al suo "Hostel", un buon film di genere e nulla più che oltre al merito di essere il primo torture porn arrivato agli occhi del grande pubblico non ha nient'altro. Tuttavia per questo "The Green Inferno", tributo alla tradizione del cannibal movie di stampo italiano, avevo delle discrete aspettative. La delusione è grande almeno quanto grandi erano le mie aspettative.
Senza stare a scomodare il controverso capolavoro di Ruggero Deodato (Cannibal Holocaust) direi che questo film, per scelte di trama e messa in scena, è molto più vicino al più modesto ma comunque memorabile "Cannibal Ferox" del buon Umberto Lenzi (del quale SPOILER ricopia pari pari il finale). E anche da questo confronto TGI ne esce totalmente sconfitto.
Il film tenta di scioccare con qualche scena di violenza buttata lì ficcandoci a forza un messaggio ambientalista che però non arriva. E' debole, non colpisce e non fa riflettere. Ma tenendosi sul generale tutto in questo film è dannatamente forzato: ironia, caratterizzazioni dei personaggi e citazioni comprese. I cannibal movie hanno sempre utilizzato personaggi stereotipati e l'estrema violenza per veicolare un messaggio sociale, ma è evidente che Eli Roth in questo caso ha tentato di fare suo un genere che non è nelle sue corde. Altro grosso errore è quello di aver dipinto i cannibali come dei sadici torturatori assetati di sangue anzichè un tribù indigena che cerca di difendersi da un presunto nemico invasore. Cosa che penalizza non poco il messaggio (già di per sè debole) che il film cerca di mandare.
Non che sia un film totalmente da cestinare, c'è comunque un buon lavoro di regia, delle belle ambientazioni (anche se un po' ripetitive e prive del senso di prigionia che vorrebbero suggerire) e un buon ritmo che non rende mai il film noioso e pesante da seguire. Di sicuro è un'ora e mezza che vola e ci si può anche divertire, ma di più non lascia. E' un film fuori tempo massimo che anche se fosse uscito all'epoca sarebbe finito nel dimenticatoio, come probabilmente farà in futuro. Stantìo, scialbo, senz'anima e, per essere un cannibal movie, all'acqua di rose. Per quanto mi riguarda Eli Roth si conferma un regista decisamente sopravvalutato.

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