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Quintet

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quintet

di will kane
6 stelle

In un futuro in cui l'Uomo, ovviamente, si è votato ad un'autodistruzione e la specie si è risolta in comunità rade e isolate, circondate da freddo, neve e ghiaccio, il Potere gioca la sua carta definitiva in un gioco impietoso chiamato Quintet, il cui premio finale è ignoto ai giocatori, ma non parteciparvi è un rischio mortale: genere atipico per Robert Altman, la fantascienza offriva nel periodo in cui "Quintet" è stato realizzato ed è uscito visioni di pessimismo puro sul futuro. In uno scenario immerso in un bianco ferale negli esterni, e in un oscuro poverismo negli interni, l'autore de "I compari" prospetta un ennesimo e irrecuperabile senso di cannibalismo della razza umana, con l'insolita, per la sua filosofia, fievole speranza di un atto di rifiuto di un ultimo ribelle delle regole di un gioco ormai inutile, valido solo per perpetuare le vestigia senza motivo di rinnovare ordini di casta e regolamentazione delle cose. Cast altisonante, che vede per la seconda volta sotto la regia altmaniana sia Newman che Gassman, con in più Fernando Rey e Bibi Andersson, per uno dei titoli meno visti e compresi del regista: non sarà tra i suoi risultati più riusciti, può darsi, ma è un esempio di sguardo per niente banale, e, casomai, può essere letto come l'estensione ad un genere non proprio di un autore quasi sempre capace di osservazioni acute ed interessanti.

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