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Quel treno per Yuma

Regia di Delmer Daves vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quel treno per Yuma

di Dany9007
8 stelle

Prima di tutto una curiosità: quando avevo 12 anni lessi un'intervista a Gianluigi Bonelli (il papà di Tex Willer) che annoverava Quel treno per Yuma, tra i 5 western che "avrebbe portato sull'arca di Noè".

Per quanto riguarda il film, ritengo che la lezione di Mezzogiorno di fuoco non ha lasciato indifferente Delmer Daves che si era già affermato come vero professionista del genere western con un'impronta molto personale, più tendente ad un approccio etico/progressista (L'amante indiana) ed al melodramma (Vento di terre lontane). Con Quel treno per Yuma lo spettatore vive la tragedia di un uomo qualunque, il contadino Dan Evans che forzato dalle avversità climatiche, si cimenterà in una missione suicida, nella dovrà far emergere tutta la sua forza morale per tener duro sino all'epilogo della vicenda. L'incontro/scontro tra le due psicologie dei protagonisti: il contadino avvilito ed il bandito sornione sono molto interessanti, a cedere un po' nella messinscena è la tensione che nel prototipo di Fred Zinnemann era un elemento magistralmente infuso nella vicenda. Alcune scene, come la cena a casa di Dan in cui la moglie rimane affascinata dai modi melliflui del bandito, sono di maniera, così come la sequenza del percorso tra l'albergo e la stazione è (comprensibilmente) invecchiata. Resta tuttavia una bellissima parabola sulla forza persuasiva che il bene ha sul male, arrivando ad una conclusione, quanto mai sperata e che evita spettacolarità (alla fine non si ha nemmeno una sparatoria come ci si aspetterebbe nel tipico climax del genere). 

Così come Zinnemann, anche Daves non si sottrae all'uso del dolly, riprendendo uno scenario sempre più desolato e solitario. 

Ottime le prove dei due protagonisti, con Van Heflin che sembra una vera e propria evoluzione del Johnny Starrett ne Il cavaliere della valle solitaria, di cui sembra persino conservare gli abiti, e Glenn Ford in un ruolo anomalo, ma indubbiamente affascinante. 

 

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