Regia di Orson Welles vedi scheda film
Il capolavoro di Orson Welles ed uno dei capolavori della storia del cinema. Tesi ed antitesi della possibilità di scavo introspettivo dell'arte nell'animo umano ("No Trespassing"). Un film sull'ambiguità, sulla zona grigia all'interno della quale noi tutti ci muoviamo, e su come al di sopra di questa nebbia i media possano indirizzare i giudizi ed i comportamenti delle persone.
Quindi, di pari passo, una rivoluzione linguistica: dalla messinscena teatrale che pesca a piene mani dal cinema delle origini, passando per un Gregg Toland decisivo nel seguire il talento e la visione di uno Welles che voleva mettere a fuoco tutto, girare in profondità di campo, ingigantire le figure degli attori riprendendole dal basso, per poi riportarle al loro status di mortali ricordando che la morte ed il fallimento pendono anche su di loro, minacciosi come i soffitti schiacciati dell'Inquirer. Quarto potere è un film perfetto perché, anche a livello formale, riflette l'illeggibilità del suo protagonista: un film realista ed espressionista, una critica sociale tagliente ed un toccante dramma intimista. Un avvertimento per i posteri, contro l'accumulo capitalista che riflette l'illusione della felicità materiale. Un inno ai sentimenti, che sono l'unica cosa realmente umana di Kane, l'ultima che lascia andare prima di morire, racchiusa in quell'unica parola, Rosebud, che riflette l'infanzia spezzata e la perdita dell'amore materno.
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