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Salvo

Regia di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Salvo

di zombi
8 stelle

ho visto il film in vacanza in umbria, a todi, all'arena giardino francisci, in compagnia dei due registi che sono intervenuti. purtroppo la visione è stata funestata da un impianto non adatto. nonostante questo, ci si rende conto che il film travalica il film di mafia per diventare altro, anche in senso cinematografico. innanzitutto tutta la prima parte in cui salvo viene ripreso da dietro od eventualmente solo nel taglio degli occhi. un taglio d'occhi magnificamente iconico che ricorda il dettaglio oculare di diabolik. e poi tutta la scena ambientata e girata nella casa dove la cieca rita sta contando soldi sporchi mafiosi. la telecamera segue costantemente la ragazza(bravissima)fino a quando salvo non uccide il fratello e un altro, fuori dallo sguardo degli spettatori, ma hanekamente in maniera molto cruenta. e qui inizia un inseguimento preda(la ragazza che deve morire) e predatore che spesso rimane una presenza pericolosamente nascosta alla vista e a volte una forma carpenteriana minacciosamente cinematografica confusa nello sfondo dietro la ragazza. quando salvo rapisce la ragazza nascondendola in una fabbrica abbandonata s'intuisce che il suo ruolo di fredda macchina sparatutto si è guastata e che inesorabilmente il suo destino è in qualche modo segnato. la ragazza deve morire e il suo non adempiere ai compiti remunerati diventano uno sgarro che il boss che lo paga e lo possiede non può accettare. ovviamente credere di riuscire a celare alla vista e alla conoscenza del boss che la ragazza è viva e segregata in un luogo "segreto" è un dettaglio che salvo nemmeno si pone. salvo agisce d'impulso e d'istinto e se all'inizio la ragazza reagisce violentemente alla reclusione e alle sue visite, in seguito lo accetta come una vittima accetterebbe l'amicizia e l'aiuto del carnefice, come unica speranza in un mondo nel quale di speranza non ce n'è(a me qui ha ricordato romero e i suoi 4 disperati assediati nel centro commerciale). agli antipodi, si stringono affettivamente uno bisognoso dell'altra, e il regolamento di conti western d'obbligo col boss che gli concede un'ultima chance, segna definitivamente il loro destino. c'è da augurarsi che il furore dei due registi non si smarrisca nella cecità dei nostri produttori e/o distributori e che soprattutto, non si smarrisca una volta che riescano a trovare finalmente un'affermazione.

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