Espandi menu
cerca
Evil Woman

Regia di Adrián Caetano vedi scheda film

Recensioni

L'autore

OGM

OGM

Iscritto dal 7 maggio 2008 Vai al suo profilo
  • Seguaci 205
  • Post 123
  • Recensioni 3128
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Evil Woman

di OGM
4 stelle

Il cinema argentino è da sempre visceralmente attaccato alla realtà. Soprattutto a quella che non si capisce, e che fa soffrire. Poi qualcuno, ad un certo punto, decide che in quella melma ci si può buttare a capofitto, per sguazzarci dentro ed infine affondare. Tale è, probabilmente, il  principio di radicalismo espressivo da cui è scaturito questo azzardato esperimento, palesemente animato da ambizioni di universalità. Nasce forse così questa scalmanata scorribanda tra i generi più diversi, che spazia dall’action movie al dramma, passando per l’horror e il thriller, e senza trascurare nemmeno l’erotismo e l’avventura western, presente sotto forma di frecce sparate da un arco. Io uccido gli uomini che fanno male alle donne, e a pagamento. Questo è il  biglietto da visita della protagonista, una giovane trasformista di nome Rosario che, dopo aver visto il suo compagno assassinare a tradimento il loro bambino, è diventata una vendicatrice su commissione. Un sicario raffinato che riesce ad assumere le identità più diverse, per poter espletare incarichi di ogni tipo. Quando, un giorno, viene assoldata da una ricca signora abbandonata dal marito per una ragazza che sta per renderlo padre, la situazione per lei comincia a complicarsi: la missione, infatti, non prevede un’azione rapida e mortale, bensì una tortura diluita nel tempo, per mettere a punto la quale Rosario deve entrare nella vita della vittima designata, fino a restarne coinvolta emotivamente. Gli sviluppi sono imprevedibili, ma soltanto perché la trama è nervosamente spezzettata in tanti episodi scollegati, secondo un’estemporaneità apparentemente casuale che, insieme alle continue metamorfosi del personaggio principale, fanno presto perdere il senso dell’orientamento. Questa mala mujer, introdotta nell’antefatto come un’eroina sterminatrice da fumetto manga, subito dopo la sigla d’apertura inizia a sbiadirsi, sciacquata in un nonsenso tiepido e disomogeneo, che la fa sembrare a tratti debole e maldestra, a tratti forse nemmeno più così cattiva. La sua figura si muove, attraverso una saltellante gimcana narrativa, come un bozzetto colorato malamente: una macchia vistosa e un po’ pasticciata sostituisce il ritratto personale, e si sposta senza meta, mentre cerca invano di produrre un effetto straniante cavalcando selvaggiamente la propria incoerenza. Lo sperimentalismo, in questo caso, si direbbe concentrato nell’ebbro piacere di andare a tastoni: un vagabondaggio inconcludente lungo il quale si colgono, qua e là, singole occasioni di lasciarsi andare, trattenendosi sui particolari scabrosi o melodrammatici, in cui il respiro affannoso della tensione stenta a riempire il vuoto di una regia che resta perlopiù in disparte a guardare. Il racconto, così malfermo sulle gambe, non è in grado di trarre vigore nemmeno dai momentanei eccessi di natura sanguigna e sanguinolenta. Alla fine dei conti, gli opposti si sommano, annullandosi a vicenda, e il composto finale appare incompiutamente insapore.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati