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Il pianeta delle scimmie

Regia di Franklin J. Schaffner vedi scheda film

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La recensione su Il pianeta delle scimmie

di champagne1
9 stelle

La sfida dell'esplorazione del Cosmo porta un equipaggio americano guidato dal comandante Taylor a fare un viaggio alla velocità della luce verso l'ignoto. L'atterraggio (anzi l'ammaraggio) d'emergenza che sveglia i cosmonauti (in ibernazione) circa 2 anni dopo la loro partenza propone il primo grande quesito della storia: viaggiare alla velocità della luce fa contrarre il tempo per i viaggiatori, perchè infatti i loro due anni di tragitto corrisponde sulla Terra al trascorrere di circa due millenni.

Il pianeta su cui si trovano sembra poco ospitale, ma in capo a qualche giorno i cosmonauti scoprono che esso possiede acqua e vegetazione ed è abitato da una popolazione ominide alquanto primitiva. Ma la sorpresa maggiore è vedere che i dominatori veri del luogo sono delle scimmie evolute, simili a quanto espresso dalla razza umana sulla Terra ma in uno stadio della civiltà affine al nostro Medioevo. Gli uomini spaziali vengono cacciati e catturati o uccisi. In breve Taylor dovrà convincere le scimmie, che lo ritengono un animale, che rappresenta una forma di intelligenza superiore. Ma - nonostante l'aiuto della Psicologa Veterinaria, Zyra - ciò non si rivelerà facile, a partire dal fatto che la sua stessa esistenza rompe un dogma religioso che l'Accademia delle Scienze non può accettare...

 

 

Da molti è considerato il film che apre il capitolo della moderna fantascienza, quella con risvolti politici e sociologici che in realtà, mentre parlano di tempi remotamente futuri, stanno ammiccando con evidenza al presente. Qui i temi di filosofia  nichilistica sul destino dell'Uomo e la sua innata e compulsiva aggressività (culminati nel colpo di scena finale)  si mescolano a quelli religiosi (e non solo) sul confine fra libero arbitrio e protezione della società. Se è vero che la scelta di rappresentare una società scimmiesca medievale (anzichè avanzatissima, come nella prima scrittura) fu dettata dall'esigenza di stare nel budget, ad essa si deve la maggiore verisimiglianza della fase del processo ai due veterinari che cercano la verità scientifica, sulla falsa riga del processo del Santuffizio a Galilei.

 

Ottima la fotografia e notevole l'interpretazione di Heston, ma il film vinse "solo" un Oscar speciale per il trucco creato da John Chambers.

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