La recensione su A qualsiasi prezzo

Contadini che controllano le azioni in borsa sul cellulare, trattori dotati di aria condizionata e gps, dispute milionarie per lembi di terra, alterazione dei cicli della natura, controllo preventivo delle condizioni atmosferiche, feste per i clienti soddisfatti, laboratori scientifici che progettano semi non riutilizzabili e organismi geneticamente modificati al 93%: benvenuti nella provincia americana dell'Iowa dagli sterminati verdi campi di mais.
Terra di competizione mortale, di contrasti familiari, di regole sociologiche arcaiche e di poche vie di fuga, il Midwest si riempie di pantani e di stagni che decidono destino e sorte di coloro che per non morire sono costretti ad espandersi perdendo di vista i concetti di lealtà, concorrenza e rispetto.

Business is business, come a Manhattan o Wall Street. Nessuno può tirarsi indietro: squali, piccoli agricoltori moderni e vecchia generazione sono costretti a relazionarsi con un presente di violenza, di leggi infrante e di illeciti accumuli di denaro.
Le nuove generazioni, incapaci di affrancarsi da un mondo che li stringe e li stritola, finiscono con l'obbedire al comandamento per cui la terra o l'azienda è la famiglia. Henry e Dean Whipple, padre e figlio, non hanno niente in comune ma gli eventi,la cupidigia e lo scontro con le spirazioni personali li portano a diventare un'unica cosa, a trovare un rapporto che senza il pericolo incombente della perdita della proprietà difficilmente si sarebbe instaurato.
Il lavoro e la ricchezza, costanti priorità di una vita che non ha deciso ma che si è ritrovato a vivere ("la fattoria apparteneva a mio padre e prima ancora a mio nonno"), portano Henry a perdere di vista il contatto con i suoi vincoli di sangue. Nella sua mente, i due figli Grant e Dean dovrebbero seguire le sue orme ma Grant, su cui puntava ogni speranza, ha scelto di andar via lontano, in giro per il mondo fin sulla vetta delle Ande. Dean, giovane e ribelle che per noia sfonda una vetrina con un colpo di pistola e ruba un pezzo automobilistico, sogna di diventare un campione del mondo delle corse professionali. Il mondo del padre gli sta stretto fino a quando non realizza che perder la terra significherebbe perdere l'unico elemento che tiene in piedi la famiglia, non esitando a macchiarsi le mani di sangue e a divenire segreto complice dell'attività illegale messa in piedi dal padre per divenire il numero uno dei venditori di semi di 7 differenti contee. La ribellione lascia il posto alla rassegnazione in un percorso di formazione e rinuncia.

La visione di Bahrani non lascia speranza, ribaltando ruoli e convenzioni. I cattivi, ladri o assassini che siano, restano impuniti e gli innocenti pagano colpe che non hanno (quanto contano le origini iraniane del regista nel descrivere una realtà di ingiustizia così marcata?). Gli scheletri rimangono chiusi negli armadi e le donne, per il bene dei figli, soprassiedono ai tradimenti e accettano il loro ruolo di spalle per i momenti di difficoltà. D'altronde, in provincia, o sei una moglie o sei una puttana, o sei Irene o diventi come Meredith, una valvola di sfogo a gambe sempre spalancate. Chi reagisce, deve andare via, scappare verso Ovest - come accade invece a Clarence, la fidanzata di Dean, che troverà il coraggio di ribellarsi al tradimento e una sorte già scritta - e cercare la libertà  (quanto contano le origini iraniane del regista?).

Dramma economico, sociale e familiare, At Any Price punta sui grandi scenari dell'ambientazione naturale, sui campi lunghi delle inquadrature e sulla convincente interpretazione di Dennis Quaid e - finalmente - Zac Efron.

Voto: 7.5