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Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio

Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film

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La recensione su Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio

di cheftony
4 stelle

“Io vivo qui di fronte. Le tue piante mi hanno incuriosito...”
“Sono belle, vero?”
“Zitta o vedrai cosa ti succederà! È droga. Credi che mi ciucci ancora il dito?”
“A proposito di ciucciare...che ne dici di questa coniglietta?”
[…]
“Questo non è gratis.”
“D'accordo: io non dico niente e tu metti le piante da un'altra parte.”
“D'accordo...”
“Ora fai la difficile?”
“Proviamo da dietro? Sono più abituata...”
 
Pepi (Carmen Maura) è una spregiudicata ragazza madrilena, violentata da un poliziotto (Félix Rotaeta), suo vicino di casa, che aveva scoperto le sue piantine di marijuana e che ha deciso di riscuotere così il prezzo del proprio silenzio. Pepi pregusta già il dolce sapore della vendetta e commissiona all'amica Bom (Olvido Gara, poi cantante col nome di Alaska), leader lesbica di un provocatorio gruppo punk-rock locale, e ai suoi compagni di gruppo un pestaggio punitivo.
Paradossalmente i ragazzi finiscono col pestare l'innocente fratello gemello del poliziotto; allora l'espediente di Pepi si fa più raffinato: avvicina con una scusa Luci (Eva Siva), per poi scoprire che è una gran porca masochista, repressa dall'autoritario marito e pronta a lasciarsi andare ad ogni sorta di perversione con la giovane Bom. Luci scappa poi di casa per inseguire con Pepi e il suo nuovo amore il mito della trasgressione giovanile, non facendo altro che inasprire la violenza del poliziotto...
 
Primo lungometraggio di Pedro Almodóvar, datato 1980 ma venuto alla luce dopo ben due anni di lavorazione in condizioni economiche misere, “Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio” si colloca innanzitutto in un quadro storico e sociale molto particolare, ovvero nella Spagna post-franchista. Femminismo, libertinismo, indipendenza, lascivia e trasgressione sono diventate le parole d'ordine, fulcro vitale della cosiddetta Movida Madrileña, esasperata fase di transizione fra la quasi quarantennale dittatura del caudillo Francisco Franco e la costruzione di una nuova società aperta e democratica.
Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio” nient'altro è che un film-manifesto, opera di un giovane artista omosessuale emergente, in quegli anni cimentatosi anche come cantante ed editorialista per diversi giornali spagnoli in qualità di importante voce in capitolo della Movida. Almodóvar dà così vita ad uno schizofrenico collage di bizzarrie, luoghi comuni sulla sessualità in chiave (auto)ironica, grotteschi giochi di perversione piuttosto espliciti. Non mancano il coraggio e la voglia di divertire, ma al film difettano purtroppo molto altri ingredienti: Almodóvar gira veramente malissimo, la recitazione è di bassa lega e i dialoghi meno “vivaci” sono artificiosi, buttati lì, con alcune scene girate appositamente per diluire fino a quasi 80 minuti totali un film che in origine non arrivava ai 60.
Raffazzonata, è vero, ma la sostanza c'è. Manca la forma e non è un dettaglio da poco. Ma è solo l'inizio di una lunga carriera.

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