Regia di Pasquale Squitieri vedi scheda film
Lontano anni luce dal cinema civile dei Rosi e dei Petri, questo Il pentito è piuttosto una versione de La piovra (enorme successo tv firmato da Damiani l'anno precedente) con personaggi estrapolati dalla realtà: pur affibbiando loro nomi di fiction, sono riconoscibilissimi fra i vari protagonisti i 'cloni' di Buscetta, di Riina, di Sindona, di Falcone e via dicendo. Il che volge nettamente a sfavore dell'opera di Squitieri, che finisce così per non essere nè carne nè pesce: nè fantasia nè realtà, espressamente nè intrattenimento (l'azione è la propulsione di tutta la pellicola) nè denuncia. I mezzi però ci sono (per cortesia della produzione Cecchi Gori): un cast che vanta Max Von Sydow, Franco Nero, Tony Musante, Erik Estrada (!), Tony Sperandeo (accreditato come Gaetano Sperandeo), Claudine Auger, Venantino Venantini, Ivo Garrani (e c'è pure posto per la donna del produttore, Rita Rusic) viene servito da una sceneggiatura firmata Squitieri e Orazio Barrese, Lino Iannuzzi, Toscano-Marotta, con tanto di colonna sonora di Ennio Morricone e montaggio di Mauro Bonanni. Nonostante il budget, pertanto, il lavoro non può dirsi affatto riuscito: il regista se la cava bene con le numerose scene sanguinolente e movimentate, ma già sul piano della tensione Il pentito lascia parecchio a desiderare; buoni e cattivi sono definiti in maniera tanto spudorata, poi, da non suscitare più di tanto coinvolgimento nello spettatore. 5/10.
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