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Mud

Regia di Jeff Nichols vedi scheda film

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La recensione su Mud

di supadany
9 stelle

Nonostante non lo abbia visto quasi nessuno in sala, e per una volta non vale solo per noi italiani, “Mud” è una pagina di cinema  che avrebbe meritato vaste platee ed in fondo il suo congegno bene si prestava a questo.

Un salto in avanti per il già apprezzato Jeff Nichols, non un (auto)sputtanamento, ma quella capacità di “arrivare”, di toccare corde emotive e pure immaginifiche, che in tanti vorrebbero agguantare, ma solo a pochi (predestinati) è stato assegnato tale talento.

Ellis (Tye Sheridan) e Neckbone (Jacob Lofland) sognano l’avventura, che trovano in una barca incagliata tra i rami di un albero in un isolotto non troppo lontano dalle loro case.

Ma qui trovano anche Mud (Matthew McConaughey), figura misteriosa che decidono di aiutare sfidando ogni cosa; ben presto si trovano a vivere la sua storia di assassino in fuga, ricercato dalla polizia ma anche dai parenti di chi ha ucciso, mentre la sua donna (Reese Witherspoon) è giunta sul posto aspettando sue notizie per fuggire con lui.

Intanto il fiume che avvolge il luogo scorre e niente sarà più come prima per nessuno dei chiamati in causa.

 

Jacob Lofland, Matthew McConaughey, Tye Sheridan

Mud (2012): Jacob Lofland, Matthew McConaughey, Tye Sheridan

 

Nel suo piccolo “Mud” si può definire film totale; ben diretto, pensato in tutto per tutto, ma tutt’altro che accademico e con un innato senso del sentimento.

Una rarità, un po’ come se “I goonies” incontrassero il thriller, ma quello vero.

Si parte, e poi si vive, un’avventura nell’ottica principale di una coppia di ragazzini, con quella sfrontatezza propria di chi non può ancora capire tutto, ma poi il piglio si fa allo stesso tempo adulto con un estraneo che affascina nel timore.

Quello che emerge, gradatamente, è un lato romantico senza confini, un legame di lungo corso col fiume che da(va) la vita (ma il futuro non fa sconti, tutto cambia, per sempre), un’amicizia fatalmente vera nel suo essere insolita (quasi un sogno ad occhi aperti) e poi l’amore, come candido ideale giovanile smentito dall’età adulta (ed avviene in tutte le direzioni, senza sconti).

Una ricchezza di orizzonti che si accresce con una fotografia eccezionale, una forma propositiva che odora di romanzo americano di vecchia data e poi uno scorcio di terra spettacolare, il paesaggio è pazzesco, tutto innervato da una rara luce e da un finale “rusticano” condito dal piombo e solo in parte mitigato, forse eccedendo, nella speranza, per quanto il tutto sia leggibile in quanto già detto.

Strepitoso il cast; per Matthew McConaughey si tratta dell’ennesima primizia di questa sua “second life” di attore (già la scelta di esserci vale), ma poi svetta Tye Sheridan, un ragazzino più unico che raro e che per questo abbiamo paura di vederlo crescere (così lo vorremmo rivedere in mille films), Sam Shepard vale sempre il prezzo del biglietto (tenebroso e sincero), mentre Reese Witherspoon così non l’abbiamo proprio mai vista.

Poi, a voler fare i pignoli, ci si aspettava di più dal “diavolo” fatto uomo (un cattivo che non esplode mai) e dallo zio di Neckbone, interpretato da Michael Shannon, che sembra doversi accrescere ma che poi rimane sempre in disparte, ma il resto è una sorta di dono, cesellato da una regia che vive di dettagli, come uno sguardo che anticipia l’obiettivo, un’orma che si fa uomo, una pistola che spunta improvvisamente da sotto i pantaloni.

Fate un respiro profondo, ecco “Mud”. 

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