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Le notti di Cabiria

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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La recensione su Le notti di Cabiria

di Cinedelia
10 stelle

Per quanto mi riguarda, Fellini rimane un “Tabù”.
Uno di quegli autori di cui difficilmente riuscirei a parlare, non conoscendone l’opera omnia (e non è detto che ci riesca in seguito).
L’effetto che ogni suo film riesce ad avere sul sottoscritto, è pari solo all’immenso timore di scriverne che ne scaturisce, dovuto alla preoccupazione di trattare ognuna di queste esperienze visive in maniera superficiale e senza il rispetto dovuto.
“Le notti di Cabiria” non fa eccezione e se mi ritrovo a parlarne è per un’analogia di fondo che ho trovato all’interno di questa stupenda (e spietata) storia:
Quella tra la prostituta Cabiria (una splendida Giulietta Masina) e il personaggio del Vagabondo romantico, portato alla ribalta da Charles Chaplin.
Una protagonista “clownesca” quella presentataci da Fellini, capace di recitare con il corpo e in grado di esprimere con gli occhi quella tenerezza tipica, caratteristica di pochi attori (e vista soprattutto nel cinema muto).
Vederla allontanarsi dalla telecamera, all’interno di quelle sequenze che più volte ricorrono nella storia è come rivedere lo splendido epilogo di “Tempi Moderni”.
Cabiria, il Vagabondo.
Entrambi procedono lungo un’indefinibile strada (e chissà dove porta).
Un percorso che non si arresta neanche nel finale, dove la protagonista, beffata per l’ennesima volta, si ritroverà a camminare, circondata da indefiniti giullari.
La consacrazione di quella maschera tragica, tipica del clown è qui definitiva e la finzione, caratteristica del film (di ogni film), cade tramite un gesto inaspettato (Giulietta Masina che guarda nella telecamera e, con gli occhi bagnati dalle lacrime, ci saluta sorridendo).
E’ così che, per un attimo, noi non siamo più spettatori e quell’invisibile barriera tra pubblico e personaggio crolla, rendendoci parte della storia.

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