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Una lettera per Momo

Regia di Hiroyuki Okiura vedi scheda film

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La recensione su Una lettera per Momo

di Genga009
6 stelle

Film non eccellente ma che riflette la maturità della penna di Hiroyuki Okiura, finalmente a capo di un progetto per sua volontà e non per soddisfare le esigenze della Production I.G.

Hiroyuki Okiura comincia a lavorare alla tenera età di sedici anni, quando decide di lasciare gli studi superiori e dedicarsi esclusivamente al mondo dell'animazione. Viene da subito considerato un talento naturale come animatore, visto che non ha una formazione accademica, e dopo un primo periodo allo studio Anime R, entra nel nucleo produttivo originale della Production I.G, futuro colosso dell'animazione mondiale. Qui viene scelto da Mamoru Oshii per far parte del gruppo Headgear, la divisione sperimentale della casa di produzione. Nel corso degli anni Okiura colleziona una delle liste di crediti più invidiabili della stora del cinema animato giapponese: Akira (1988, key animator), Patlabor: The Movie (1989, key animator), Patlabor 2: The Movie (1993, assistant animation supervisor), Memories (1995, key animator), Ghost in the Shell (1995, character design, animation supervisor, layout artist), Cowboy Bebob: Il Film (2001, regista e key animator della sequenza iniziale) e Innocence (2004, character designer, animation supervisor) sono le opere principali a lavora. Nel 1995, per volere dei vertici di Bandai Visual e Production I.G, comincia anche la sua carriera di regista, scelta non pienamente condivisa da Oshii, il quale critica i produttori per non avergli dato in mano le redini del progetto Jin Roh. Tre anni più tardi esce il film, un reale pezzo di storia dell'animazione poiché rappresenta il primo grande distacco tra generazioni di animatori all'interno del cinema animato giapponese.

 

scena

Jin-Roh - Uomini e lupi (1998): scena

 

Jin Roh racconta una storia crudele e ideale, in cui lo scontro generazionale tra chi è cresciuto in Giappone durante il dopoguerra e chi, invece, è nato durante il boom economico degli anni Sessanta viene a galla attraverso un universo narrativo distopico e adulto sia in termini di simboli(smi) e significati, sia in termini grafici, dai tratti estetici e caratteriali dei personaggi al setting dell'opera. Nel mondo scritto da Mamoru Oshii, il Giappone ha perso la Seconda Guerra Mondiale non per mano americana, bensì per mano tedesca. Il disastro nucleare che ha decretato la "grande sconfitta" giapponese è comunque avvenuto e la Germania nazista ha occupato l'arcipelago negli anni successivi la fine dei conflitti. Il passato parallelo creato da Oshii cambia quindi gli attori ma non la sostanza.

 

Okiura, per essere alla sua prima regia, fa un lavoro straordinario. Senza dare troppo conto al soggetto scritto da Oshii e addolcendo certe sequenze, il film che viene alla luce è un vero e proprio cult dell'animazione giapponese. Sotto una pioggia battente, personaggi scritti per far emergere il contorno della storia ed evidenziare la crudeltà delle fazioni in campo (il potere e la ribellione), risultano umani spenti e privi di espressività vivaci, di emozioni accese e di vita pulsante. Tutto il rancore scritto da Oshii viene trasportato da livello sociologico del mondo esterno a livello psicologico, del singolo, del mondo interno ed emotivo. Nulla del lavoro di Oshii viene stravolto, ma il focus si sposta da un universo macro ad uno molto più piccolo e intimo, forse anche per l'oculatezza di Okiura che non vuole "strafare" alla sua prima regia, visto che - come detto da lui stesso più volte - mentre lavorava al film sentiva tutta la pressione che gli facevano percepire costantemente i produttori.

 

scena

Una lettera per Momo (2011): scena

 

Il secondo e, per adesso, ultimo lungometraggio animato diretto da Okiura arriva nelle sale giapponesi ben dodici anni dopo Jin RohUna Lettera per Momo è un'opera dal target adolescenziale che privilegia l'introspezione, la caratterizzazione e i tratti visivi dei personaggi al dinamismo scenico. Proprio la componente tecnica del charcater design di Okiura qui raggiunge la piena maturità. Facile delineare forme squadrate, minimali e colorate con tinte tenui quando bisogna contestualizzare ambienti sci-fi, ma creare, riuscendoci, un ponte tra mondo reale e folklore giapponese disegnato con caratteri spenti perché spento è l'animo della protagonista è tutt'altra faccenda. Momo, infatti, è una ragazzina che deve superare un lutto importante, la morte del padre, e per riuscirci cerca di decifrare e analizzare la lettera che lui le ha scritto poco tempo prima di andarsene per sempre. La monotonia delle giornate e lo sconforto vengono stravolti dall'arrivo di tre demoni, i quali aiutano Momo a ritrovare se stessa. Seppur non molto originale - basti pensare a Il Mio Vicino Totoro o Un'Estate con Coo - Una Lettera per Momo si distingue tra i vari film d'animazione leggeri e per famiglie grazie ad Okiura, qui anche scrittore del soggetto e della sceneggiatura, in quanto il regista pone sempre l'attenzione sulle reali emozioni dei personaggi senza mai inserire il dramma in primo piano. La resilienza è il vero cardine concettuale dell'opera e, partendo da essa, Momo riprende in mano la sua vita, non lasciandosi travolgere dal dolore.

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