Regia di David Frankel vedi scheda film
Effettivamente, una commedia sul bird-watching, mi mancava ancora all’appello. Pensavo ad una baggianata noiosissima e invece mi ritrovo ad assistere ad una pellicola sì strampalata ma allo stesso tempo gradevole. Merito di una coralità ben congegnata e di un taglio agonistico del racconto che aggiunge mordente ad un soggetto altrimenti statico. “Un anno da leoni” racconta in pratica di tre partecipanti al Big Year, ovvero la più grande competizione d’avvistamento pennuti al mondo, e del loro approccio sia al passatempo contemplativo che alla vita in generale. Un excursus lungo un anno, in giro per tutti gli Stati Uniti (e oltre), alle calcagna di specie rarissime ma soprattutto alla ricerca di una realizzazione personale che costringerà i protagonisti a rivedere la propria scala dei valori. Lavoro, famiglia, amore, successo, primato, amicizia, un mix di buoni sentimenti on the road che riesce a non annoiare nonostante una certa prevedibilità di fondo. Merito soprattutto di un’efficace confezione, che annovera regia e montaggio di buon mestiere, e dell’ottimo servizio reso dagli interpreti i quali riescono ad amalgamarsi mantenendo ognuno i suoi spazi e peculiarità. Wilson stralunato, Martin sornione, Black tenero bamboccione, generazioni e stili a confronto in una pellicola garbatamente brillante.
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