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Riti, magie nere e segrete orge nel trecento...

Regia di Renato Polselli vedi scheda film

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La recensione su Riti, magie nere e segrete orge nel trecento...

di undying
5 stelle

Modestissima incursione di Polselli nell'horror, ispirato molto vagamente a simili e contemporanei lavori di Jesús Franco e Jean Rollin. Privo di trama vera e propria, ma con un cast interessante e alcune riprese sperimentali in parte d'effetto.

 

locandina

Riti, magie nere e segrete orge nel trecento... (1973): locandina

 

Jack Nelson (Mickey Hargitay), assieme alla giovane e avvenente figlia Laureen (Rita Calderoni), entra in possesso di un castello, dovendo comunque condividere parte dello stesso con uno dei vecchi proprietari (Raul Lovecchio). Non immagina che, nelle segrete, quest'ultimo attua ripetutamente macabre invocazioni a Satana, effettuando riti sacrificali di giovani donne per riportare in vita Isabella (Rita Calderoni), una vittima della caccia alle streghe, sosia della consorte, finita sul rogo nel Trecento il cui amante era nientemeno che ... il conte Dracula.

 

"La donna amata potrà vivere soltanto se donerai cuore e occhi di donne giovani e pure, fino a quando il Signore delle Tenebre deporrà nel suo ventre il seme dell'eternità ..."

 

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Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento...: Rita Calderoni 

 

Sulla traccia di un soggetto confuso opera dello stesso Polselli (anche produttore con la sua G.R.P.), forse neppure sviluppato in sceneggiatura, il regista - accreditato, come da prassi del tempo, con il nome anglofono di Ralph Brown - sfrutta l'abusato Castello di Balsorano per girare un lisergico e sperimentale film a bassissimo budget. Protagonisti un gruppo di attori ormai fedeli al cineasta, tra i quali spiccano ovviamente Rita Calderoni (davvero bella e piuttosto svestita) e il muscoloso, già "Boia scarlatto", Mickey Hargitay. Puntando a curiosi movimenti di macchina sincronizzati al ritmo di una melodia firmata nientemeno che da Gianfranco Reverberi (in collaborazione con Romolo Forlai) e a ripetuti zoom, Polselli sembra essere qui ispirato (anche per la presenza di vampiri, accoppiamenti lesbo, metempsicosi e reincarnazione, rituali satanici e psichedelico uso di faretti colorati) da simili, anche qualitativamente, opere contemporanee di Jesús Franco e Jean Rollin. Colpevole di una messa in scena delirante (dove, senza soluzione di continuità, gli eventi in esterno si sviluppano tra notte e giorno) e di dialoghi quantomeno criptici, il cineasta gira un film visionario, ma privo di solida base narrativa. Il suo interesse, al di là delle poche sequenze splatter (girate con effetti caserecci), sembrerebbe essere orientato verso il "corpo" composto dal cast femminile, al quale non risparmia - in termini di tempo - di essere ben messo a fuoco dalla macchina da presa. Alla debole sintassi narrativa si aggiunge una stucchevole serie di intermezzi grotteschi ad effetto comico ricercato, protagonista dei quali è la svampita Steffy (Stefania Fassio). Nonostante tutto, considerando i tempi di ripresa e il modestissimo apparato tecnico a disposizione dell'autore, Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento... ha dalla sua anche alcune buone trovate che vanno dalla parlata in latino (espletata in particolare durante una cerimonia funebre) alla messa in scena - piuttosto suggestiva per via di una buona fotografia, opera di Ugo Brunelli - di un paio di riti sacrificali, proseguendo con la persecuzione popolare di Isabella (avvenuta, per l'appunto, nel Trecento), destinata a chiudersi su un rogo. Ma il pezzo forte del film resta la prematura sepoltura di una vittima, realizzata in una sequenza che si distingue, nettamente, dalla maggioranza del restante girato.

 

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Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento...: Mickey Hargitay e Raul Lovecchio 

 

Citazioni

 

In occasione del compleanno di Laureen, al castello si tiene una festa. Tra gli invitati è presente anche il dottor William il quale, ad un certo punto, manifesta evidente disagio.

"Non sopporto la luce elettrica, adesso esco a respirare un pò di luna", afferma deciso mentre si dirige verso l'uscita.

Cambio di scena, con campo lungo del protagonista in esterno: William cammina alle porte del maniero, mentre fuori c'è un sole che spacca le pietre. Ma è questione di pochi secondi, perché subito dopo, quando qualcuno esce a cercarlo, è già notte fonda!

 

Il corpo di Rachel, sacrificata durante un rito satanico, viene rinvenuto nei paraggi del castello.

"Sai, Steffy", informa una ragazza, "hanno ucciso Rachel".

Replica: "Davvero? Che bello, andiamo a vedere!"

 

"Isabella gran maestra, noi ti terremo viva - nella tua morte - fino al grande rituale della 25a luna".

 

"Ieri come oggi, oggi come domani, come sempre per te!"

 

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Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento...: Rita Calderoni e Mickey Hargitay 

 

Critica 

 

"Enigmatico e magmatico delirio polselliano, mescola torrido erotismo con una trama horror semplice ma raccontata in modo ingarbugliato. Cuori strappati, messe nere, dialoghi irresistibilmente allucinati ('Sei trascendente e volubile'), zoomate violente, montaggio avventuroso e a suo modo innovativo, inquadrature ardite, curiosi e incongrui siparietti comici affidati a un'insostenibile Stefania Fassio, amori lesbo ed etero, lapidazioni e roghi: di tutto e di più, in un insieme unico che ha il fascino di un'inquieta assurdità sovraccarica di simboli, di metafore, di quasi tutto. Naturalmente, è anche un film tanto scombiccherato da sembrare (e forse essere) sperimentale e sicuramente è la testimonianza di uno sguardo atípico sul genere, anche se più di qualche volta è ripetitivo e noioso. Rita Calderoni è brava e bella, Mickey Hargitay è simpaticamente monolitico e inespressivo, anche se ogni tanto prova a essere corrucciato. Nel reparto femminile si fa notare anche Consolata Moschera."

(Rudy Salvagnini) [1]

 

"Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento (1973) è un film delirante e sconnesso che per la presenza di alcuni elementi può essere ricondotto all'horror gotico. Polselli si firma Ralph Brown e compone un cast formato da Mickey Hargitay, Rita Calderoni, Raoul Traucher, Tano Cimarosa, Max Dorian, Krista Barrymore e Vittorio Fanfoni. La storia si svolge in un tetro castello dove un padre e una figliastra decidono di stabilirsi. Il padre è la reincarnazione di un vampiro e sacrifica belle ragazze per far rivivere l'amata Isabella, morta sul rogo cinquecento anni prima. Si tratta di un film dove lo stile di Polselli si nota pesantemente e infatti fa tutto da solo, dalla scrittura alla regia. Traveste il film da decamerotico, ma la storia parla di vampiri ed è improntata a un erotismo morboso. Ci sono molte scene gore che si alternano a parti erotiche decisamente spinte. Ricordiamo donne bruciate vive, cuori strappati, messe nere, paletti di frassino che uccidono per sempre. Adesso il film si può vedere anche in dvd, ma è davvero un mito del trash, sia per i dialoghi che per la sceneggiatura raffazzonata e le situazioni improbabili. Il film è girato come sempre nel castello di Balsorano, dove quasi tutti gli horror gotici italiani hanno trovato la loro location ideale. Le musiche di Gianfranco Reverberi sono tra le cose migliori di un lavoro irrazionale, montato senza logica e girato con pretese intellettualistiche. Polselli riferisce a Nocturno Cinema: 'Si tratta di un film sulla credulità popolare, sul fascino che il mistero esercita sulla gente comune: nei momenti di terrore gli occhi delle persone semplici vedono quello che la paura suggerisce loro...'. A proposito di Renato Polselli, abbiamo raccolto alcune confidenze di Ernesto Gastaldi: 'Le ballerine utilizzate nei film di Polselli erano un elemento di attrazione, chiamarlo sexy oggi farebbe sghignazzare, allora dava il tocco di grazia femminile e le vittime ragazzine più o meno ingenue si prestavano meglio alla succhiata del vampiro! Ho cominciato a lavorare con Polselli perché ero fidanzato con Tina Gloriani (attrice nel film), mia compagna al Centro Sperimentale. Polselli era un finto intellettuale. La sua prosa oscillava tra espressioni del tipo: mostruosa bellezza, bella mostruosità, grande orrore e orrida grandezza. Io gli ero grato perché fu il primo a darmi lavoro, ma era un regista mediocre. Aveva fatto un film con pretese artistiche che era andato male, mi pare si chiamasse Vogliamo vivere, da allora si fingeva amareggiato e si dedicava con una certa superiorità a film di genere'." 

(Gordiano Lupi) [2]

 

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Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento...: Mickey Hargitay 

 

Visto censura [3]

 

Poiché "il film consiste in una sconclusionata serie di sequenze di carattere sadico volte a sollecitare, attraverso esasperate crudeltà miste a degenerato erotismo, i più bassi istinti sessuali e palesemente contrarie al buon costume", Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento... in data 11 agosto 1972 ottiene sonora bocciatura in sede di revisione cinematografica. Per quelle insolite pastoie burocratiche, tipiche dei censori del tempo, in appello (tenuto il 17 novembre dello stesso anno) il giudizio viene completamente ribaltato. Nonostante Polselli si fosse dichiarato disposto ad eseguire tagli, il film ottiene regolare nulla osta (n. 60795) poiché la stessa Commissione, revisionato il lungometraggio, "osserva a maggioranza (…) che il film – costruito in chiave terrificante su una vicenda demoniaca e di magia – non è rappresentato in forma tale da costituire offesa al buon costume, come ritenuto dalla commissione di 1° grado. Pertanto, in riforma del giudizio di 1° grado, esprime parere favorevole alla concessione del n.o. di proiezione in pubblico, col divieto di visione per i minori degli anni 18". 

 

Metri di pellicola accertati (paradossalmente superiori a quelli depositati in origine): 2800 (102'10" a 24 fps).

 

Sinossi estratta dal verbale allegato al nulla osta 

 

"Un vecchio castello sul quale si raccontano terrificanti leggende, viene acquistato da un certo Jack Nelson. Nei sotterranei del castello, riti demoniaci hanno luogo intorno ad Isabella, una bella donna morta sul rogo seicento anni fa. Ella dovrebbe, secondo i suoi sacerdoti, rivivere nella notte della venticinquesima luna soltanto dopo aver vittimizzato sul suo altare sette vergini ubriache di sadismi infernali. Fra le vittime ci sono Christa, Landa ed infine Laureen figlia di Nelson, la quale sta per soccombere alla follia del terrore ma viene salvata in tempo dal fidanzato, Richard Brenton. Nella notte della venticinquesima luna, in una notte di tragedia, la terribile vendetta dei sacerdoti di Isabella in veste di vampiri si scatena. Questi vampiri sembrano essere, di volta in volta, il Duca di Taucher vecchio proprietario del castello, il medico del paese, il prete, l'orribile servo Gerg e lo stesso Jack Nelson. D'improvviso in questa orribile notte, una scintilla scaturita da un fulmine fa incendiare la croce di legno che spicca sulla piazza del paese, ciò provoca una selvaggia reazione popolare di carattere medievale contro le vampirizzate: 'lapidazione', 'crocifissione', 'rogo'. Richard Brenton assiste freddo allo spettacolo cercando di capire. Intanto nei sotterranei, i sacerdoti di Satana cercano di fare rivivere Isabella attraverso Laureen, brutalmente esaltata dal sacrificio delle sette vergini. Interviene il Duca di Taucher che si rivela essere Jack Nelson, il quale dà un attimo di conoscenza umana a Lauren la quale si rivolta al sacrificio dei sacerdoti e poiché lei, Donna, lo può fare, per missione e trasumanazione, distrugge il mondo di satanico orrore nel quale era precipitata."

 

 

NOTE

 

[1] "Dizionario dei film horror" (Corte del Fontego), pag. 605.

 

[2] "Storia del cinema horror italiano - Da Mario Bava a Stefano Simone", Vol. 1 - Il gotico (Edizioni Il Foglio), pag. 115 - 116.

 

[3] Dal sito "Italia Taglia".

 

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Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento...: Rita Calderoni nei (pochi) panni di Isabella 

 

"Tutti provano questo terrore ma i più preferiscono sparare sulla bellezza o rifugiarsi nell'orrore per dimenticarla. L'odio moderno per i riti, del quale ho scritto alcune volte, è l'esempio centrale. Il rito è per eccellenza questa esperienza di morte-rigenerazione. So di parlare di qualcosa che i più non sanno che cosa sia, che qualcuno appena ricorda, che sopravvive soltanto in pochissimi luoghi sconosciuti."

(Cristina Campo)

 

F.P. 12/01/2024 - Versione visionata in lingua italiana, vhs Shendene & Moizzi (durata: 94'08")

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