Regia di Jan Svankmajer vedi scheda film
Il solito genio dell'animazione Ceco Jan Svankmajer qui alle prese con tre tipologie di dialogo accomunate però dal risultato finale: la distruzione. Da vedere assolutamente, sebbene il primo segmento risulti a mio modo di vedere tirato un po' troppo per le lunghe.
Celebre cortometraggio firmato dal mago dell'animazione Ceco Jan Svankmajer nei primi anni '80. Si tratta di tre brevissimi filmati che vorrebbero mostrarci tre differenti varianti di dialogo (intitolati “dialogo infinito”, “dialogo estenuante” e “dialogo appassionato”) che hanno però una cosa in comune, il risultato finale e cioè il NON dialogo e la distruttività umana. Il primo segmento sembra voler omaggiare, nell'estetica dei disegni, il pittore cinquecentesco Giuseppe Arcimboldo e il suo peculiare stile. È una concatenazione di teste umane che si incontrano e ad ogni incontro una divora l'altra sputandone fuori i resti. La cosa si ripete all'infinito (o quasi) fino a che ciò che resta delle tre diverse tipologie iniziali non è altro che una massa informe. Il secondo segmento vede invece due figure di creta rappresentanti un uomo e una donna fondersi armonicamente in un amplesso, arrivando però a distruggersi vicendevolmente a causa di un piccolo resto di creta (un bambino?). L'ultima scena vede di fronte due teste appartenenti a uomini maturi dalle cui bocche fuoriescono una serie di oggetti inizialmente seguendo un ordine di costruttiva complementarietà (tipo spazzolino e dentifricio), ma tale spirito cooperativo va progressivamente deteriorandosi, passando prima al caos e quindi alla distruzione reciproca. Originalità e genio sono sempre garantite nelle opere di Svankmajer e anche qui non fanno difetto, sebbene ho personalmente trovato la prima parte (quella delle teste in stile Arcimboldo) decisamente tirata per le lunghe. La stessa scena si ripeterà forse 15 volte (su per giù; non le ho contate) quando sarebbe stato sufficiente mostrarla 4 o 5 volte per rendere il concetto, e magari a una velocità non così supersonica in quanto rende impossibile apprezzare appieno i dettagli dei curatissimi disegni. Eccezionali invece le altre due. Nel complesso non è questo il mio corto favorito del Maestro Ceco (mi viene in mente il fantastico “Light/Darkness/Light” ad esempio), ma credo di non esagere nell'affermare che ogni sua opera è arte allo stato puro e val bene una visione.
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