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Killer Joe

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Killer Joe

di ethan
8 stelle

William Friedkin, dopo un silenzio di 5 anni - 'Bug' è del 2006 - torna con un'altra opera tratta da una pièce teatrale di Tracy Letts, che ne cura anche la sceneggiatura: l'autore, partendo da un plot che attinge dal noir e dal poliziesco, ribalta parzialmente i due generi - l'omicidio della persona dalla quale si dovrebbe riscuotere  l'indennizzo assicurativo, generalmente fulcro di tali film, viene mostrato a fatto già compiuto e nessun tipo di indagine è fatta per stabilire se si tratta di un evento accidentale o meno - incentrando tutto il film sull'analisi spietata, condotta però con toni spesso grotteschi, del disfacimento di una famiglia americana della classe medio-bassa.
Abitazioni modeste e squallide, pasti frugali, tv accese e sintonizzate su programmi visti con disinteresse e noia e legami parentali il cui collante è unicamente la spasmodica ricerca dello sfruttamento dell'altro per racimolare in qualsivoglia maniera un gruzzolo di denaro - non importa se in maniera lecita o meno - per poter tirare a campare.
E' questo il desolante ritratto familiare che fuoriesce dall'ultima opera di un regista ultrasettantenne che non ha perso lo smalto dei tempi d'oro.
'Killer Joe' è ambientato in Texas (ma è stato girato in Louisiana, a New Orleans) ed ha per protagonisti i membri di una famiglia sull'orlo del baratro finanziario ed esistenziale, con al centro il killer del titolo (un grande Matthew McConaughey, finalmente valorizzato grazie ad un ruolo distante da quelli solitamente glamour che gli riservano le produzioni più mainstream), un investigatore dalla doppia vita che si trasforma in un assassino a pagamento meticoloso e feticista - grande la sua entrata in scena con dettagli su cappello, guanti, distintivo e stivali e poi in figura intera - che riesce a far girare tutta l'intricata vicenda, che presenta alcuni imprevisti, a suo favore, a scapito dei suoi reclutatori, che rimarranno - i più fortunati - con un pugno di mosche in mano.
Ritmo disteso, con inserimento di un inseguimento di due moto a una persona a piedi - marchio di fabbrica di Friedkin -e solo qualche incertezza e lungaggine nella parte centrale, e una lunga ed estenuante sequenza finale, dove il regista spinge il pedale sul grottesco, che si risolverà in maniera del tutto inaspettata.
Ottimi anche gli altri membri del cast: Thomas Haden Church e Gina Gershon, marito dallo sguardo inebetito e moglie nullafacente, ma soprattutto i giovani Emile Hirsch, nei panni di un tossico, e Juno Temple in qualità di (finta) ingenua ragazzina.
Singolare la locandina dove è raffigurato un pollo fritto con la forma dello stato della stella solitaria.
Voto. 7/8.

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