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Killer Joe

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su Killer Joe

di bradipo68
8 stelle

Chris , oppresso dai debiti con i suoi fornitori di droga convince il padre  e la sorella Dottie a noleggiare un sicario per uccidere l'odiosa madre, responsabile tra l'altro della sparizione di una partita di cocaina, per intascare così il premio dell'assicurazione. Il problema è che il killer Joe Cooper, psicopatico detective della polizia di Dallas che arrotonda lo stipendio uccidendo a pagamento, vuole i soldi  in anticipo e loro non hanno il becco di un dollaro. Lui accetta così una caparra in natura: la giovane Dottie.
Friedkin con questo film dimostra che i vecchi maestri hanno ancora molto da insegnare ai giovani cineasti. Forte di una carriera fantastica e dello status di chi non ha più nulla da dimostrare, il grande William, 76 anni e non sentirli, si rimette ancora una volta in gioco dirigendo un noir laido e disperato ambientato nel buco del culo del Texas, posto al di fuori della grazia di Dio e dimenticato dagli uomini.
Questo mondo è popolato da furfanti e mezze tacche, da ladri di polli e alcolisti impenitenti,l'immoralità regna sovrana e condiziona le azioni di tutti i personaggi in scena.
Su tutti emerge la figura del Killer Joe del titolo, un McConaughey che disegna un personaggio memorabile, da noir futurista, un poliziotto assolutamente al di sotto di ogni sospetto e di ogni deontologia professionale.
E poi è un maniaco, uno psicopatico con una lunga scia di morte alle spalle.
Si veste come un pistolero e incute terrore trovando fertile substrato nella famiglia disastrata che fa da cornice alla vita di Chris.
Tutti i personaggi di questo film hanno una connotazione negativa, tutti pronti a fregare il prossimo pur di salvarsi, anche se si tratta di giocare con la vita e la morte di una madre o di una figlia.
Dopo il soffocante ma bellissimo horror da camera Bug,, Friedkin dimostra ancora una volta di prediligere gli ambienti angusti affondati nello squallore , orchestrando un balletto di follia e di morte che termina nella maniera più beffarda possibile.
E non lesina scene memorabili soprattutto perchè non addomesticate dal dilagante buonismo hollywoodiano.


Il vecchio Will se ne frega dei divieti.
Esibisce la violenza in modo terribilmente esplicito sia fisica che psicologica: quasi insostenibile il pestaggio di Chris ad opera di due energumeni, così come sono memorabili la fellatio di Gina Gershon su una coscia di pollo dopo essere stata pestata da Joe, o lo spogliarello stereofonico di Dottie e di Joe al loro primo incontro che cita piuttosto espressamente la Lolita di Kubrick.
Il cast offre una prova straordinaria: oltre al già citato McCoanaughey che ultimamente sembra aver ritrovato lo smalto perduto da tempo e un Emile Hirsch più che convincente una menzione particolare va  ai personaggi femminili:da ricordare la performance della lolitesca Juno Temple,ingenua eppure provocante nella parte di Dottie e quella di Gina Gershon in un personaggio oltre i limiti della sgradevolezza. Un po' come tutti gli altri in scena.
Ecco se una cosa devo imputare a Killer Joe è l'avermi fatto dimenticare in un solo istante tutto il sex appeal della Gershon che aveva un posto privilegiato nella mia memoria " cinefila".
Friedkin non si accontenta di dirigere un noir: ne destruttura le fondamenta riscrivendone le regole.
E il ruggito del vecchio leone è più forte che mai.
(bradipofilms.blogspot.it)

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