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50 e 50

Regia di Jonathan Levine vedi scheda film

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La recensione su 50 e 50

di michemar
7 stelle

Ognuno di noi, senza eccezione, ha o ha avuto un familiare o un amico a cui un giorno il dottore gli ha detto che qualcosa cambierà in peggio la sua vita: il cancro. Così, senza mezze parole, come fa il dottore curante del protagonista. Ed così che inizia la storia.
Ci sono tutti gli ingredienti per una bella storia: una relazione che si trascina quando dovrebbe andare più forte e invece si rompe; l’amicizia vera, quella che si rafforza quando il gioco si fa duro; l’affetto della mamma respinto perché ci si vuol sentire indipendenti ed autonomi; l’amore vero che arriva quando meno te l’aspetti. Il giovane regista Jonathan Levine confeziona un bel film toccante ed è bravo perché non esagera nel sentimentalismo e nel drammatico: diciamo che le dosi della ricetta sono nelle giuste quantità per essere gustata bene. Ma chi fa fare il salto di qualità al film è il bravissimo Joseph Gordon-Levitt. Sempre misurato, occhi che parlano senza strafare, sguardi tristi che esprimono moltissimo. La sua recitazione mi ha appassionato perché ha saputo trasmettere le sue incertezze celate, il suo forte carattere riservato e tranquillo, il suo bisogno di affetto nascosto da una innata serenità. Questo è il quadro iniziale della storia, quando apparentemente tutto va bene e fila liscio in una vita quotidiana fatta di cose ordinarie. Ma appunto un mal di schiena, una visita specialistica, una tremenda rivelazione si abbatte sul giovane Adam, di soli 27 anni. E qui compaiono prepotentemente gli altri personaggi. La fidanzata non è all’altezza della situazione, l’amore della mamma finalmente viene accettato e apprezzato, la giovanissima psicoterapeuta che si affaccia importante nella trama e soprattutto la vicinanza dell’amico, quel forte amico che tutto sognerebbero di avere, che sorreggerà nella forti braccia il compagno sfortunato. Un amicone che a volte quasi ruba la scena al protagonista per la sua notevole simpatia anche se si esprime un po’ volgare, ma è la sua sincerità che emerge e lo fa diventare a momenti un co-protagonista.
Joseph Gordon-Levitt è sempre intenso anche se delicato, naturale e misurato e credo sia una vera rivelazione in un film che poteva diventare facilmente un drammone alla “Love Story”. Invece ne è proprio l’opposto e per questo mi ha colpito.
La bella Bryce Dallas Howard deve ancora fare la parte dell’antipatica, dopo “The Help”, mentre Anna Kendrick è la solita tipina inesperta. Gli occhioni neri di Anjelica Huston guardano dritto al cuore di suo figlio e recita con la solita maestria di attrice consumata. Ovviamente la parte del leone la fa il comico Seth Rogen, che forse avrebbe meritato un riconoscimento. Ma la prova di Joseph Gordon-Levitt è sicuramente da nomination.

Un plauso al supervisore delle musiche in quanto la colonna sonora, composta da molti brani ben conosciuti, è sempre appropriata e il testo di queste canzoni calzano alla perfezione le situazioni raccontate, perfino sui titoli di coda.

Un film che consiglio a tutti, da non mancare.

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