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Tower Heist: colpo ad alto livello

Regia di Brett Ratner vedi scheda film

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La recensione su Tower Heist: colpo ad alto livello

di bradipo68
6 stelle

Ci sono grattacieli ipertecnologici destinati a diventare inferni di cristallo e altri destinati a diventare trappole sempre di cristallo.
Tower Heist aggiuge un altro modo di essere(o di divenire) all'ammasso di ferro, vetro e cemento che fa solletico alla pancia delle nuvole: essere il teatro di una rapina funambolica.
Una rapida pennellata per descrivere i personaggi in campo dividendoli tra buoni( i proletari che lavorano al funzionamento della Tower del titolo) e i cattivi(uno,lo squalo di Wall Street evidentemente un simbolo della crisi finanziaria) e si entra subito in pista con l'elaborazione del colpo.
Eh si, il cattivone di turno si è fregato tutti i risparmi dei buoni e addirittura le loro pensioni.
Urge rivolta proletaria.
Il film di Brett Rattner dietro le spoglie di heist movie non è altro che la descrizione di un esproprio proletario.
Diciamolo subito : la verosimiglianza non è il forte di questa pellicola ma sinceramente poco importa se quello che vediamo sia vero, verosimile o falso.
Tower Heist è il classico film in cui mettere l'interruttore del cervello su off, un divertissment neanche tanto elaborato la cui forza è nel glamour dei suoi interpreti vuoi che siano califfi del box office in ribasso come Ben Stiller, dinosauri che ritornino dal passato come Broderick o divi remunerativi che hanno ormai perso il loro Mida's touch, come Murphy.
A loro aggiungiamo un vecchio squalo della recitazione come Alda che gioca a rimpiattino con la crisi e con la sgradevolezza del suo personaggio, il faccino pulito di Casey Affleck in trasferta pagata senza il fratellone quarto di bue Ben e il faccione della debordante(in tutti i sensi) Gabourey Sidibe.
Tower Heist gioca sull'accumulo delle situazioni paradossali affastellandole le une sulle altre cercando di mascherare le voragini della sceneggiatura con il suo tono leggero e scanzonato.
E'un film divertente, la partita a scacchi su cui è improntato diventa acuta metafora dei mala tempora che corrono, ma dà costantemente l'impressione che avrebbe potuto essere molto meglio se solo avesse avuto un regista in grado di catturare l'alchimia tra i vari divi sul set e trasformarla in qualcosa di ben altro spessore.
Questa banda di improvvisati Arseni Lupin, soliti ignoti americani, somiglia alla masnada raccogliticcia del gruppo di Ocean ai tempi della crisi finanziaria dopo aver subito un crack da Grande Depressione.
Meno male che c'è qualcuno che ci vuole ridere sopra.

Su Brett Ratner

spreca in parte tutto il capitale umano e tecnico che ha a disposizione

Su Ben Stiller

recita sempre lo stesso personaggio

Su Eddie Murphy

vedi sopra

Su Matthew Broderick

un ritorno dal nulla

Su Casey Affleck

in trasferta senza Ben

Su Téa Leoni

personaggio pleonastico

Su Michael Peña

non male

Su Gabourey Sidibe

debordante

Su Alan Alda

vecchio squalo che si diverte un mondo

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