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Strange Circus

Regia di Shion Sono vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Strange Circus

di AndreaVenuti
8 stelle

Strange Circus è un film giapponese del 2005, scritto e diretto da Sono Sion.

 

Sinossi: Taeko è una nota scrittice di romanzi appartenenti al genere del pingu-violence dunque erotismo e violenza sono il suo pane quotidiano, tuttavia i suoi scritti potrebbero essere autobiografici e a tal proposito il giovane Yuji, il suo assistente, dovrà indagare per cercare di scoprire la verità...

locandina

Strange Circus (2005): locandina

Il 2005 è un anno particolarmente prolifico per Sono Sion visto i suoi quattro lungometraggi e oltre Strange Circus troviamo Into a Dream, Noriko's Dinner Table ed Hazard. Tutti film completamente diversi sebbene siano pervarsi da uno stile riconducibile al suo estro creativo.

 

Sion è un autore sempre alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi e questo Strange Circus lo dimostra chiaramente dato che il regista sceglie di lavorare all'interno di un genere molto amato in Giappone, e non solo, come il J-horror ma già dalle prime immagini capiamo come il film in realtà viaggi su lidi del tutto personali e soprattutto lontani dagli stilemi tipici dell'horror nipponico.

Shion Sono

Bad Film (1995): Shion Sono

L'opera si apre in campo medio con una ragazzina, ripresa fuori fuoco, che corre impaurita e confusa in direzione della macchina da presa poi stacco improvviso e nell'immagine succesiva troviamo in primo piano con uno sfondo rosso fuoco una donna probabilmente impegnata in atti sessuali. Poco dopo, questo scenario psicadelico e surreale viene sostituito da una dimensione apparentemente realista, trovandoci nel bel mezzo di uno spettacolo circense alquanto grottesco.

 

Strange Circus è un'opera raccapricciante e allo stesso tempo ammaliante grazie al suo stile allucinante ed evasivo con Sion che propone e sovrappone in chiave lynchiana diversi livelli temporali al punto da rendere impossibile decifrare se la scena che stiamo guardando sia reale, fantatsica o inerente al passato dei protaginisti; in un frangente del film Taeko, rivolgendosi al suo assistente Yuji gli domanda se la loro realtà sia realmente come sembra oppure se si tratta dell'immaginazione di Mitsuko (la ragazzina protagonista del romanzo di Taeko).

 

Strange Circus presenta anche diversi sottotesti sociali, affrontati come sempre in modo provocatorio dal regista.

Inizialmete Sion si focalizza sulla rappresentazione di una famiglia altamente disfunzionale optando per un approccio macabro facinoroso, molto vicino al Pinku violence.

Goro, il capofamiglia, è un pervertito sessusale che si nasconde sotto le spoglie di rispettabilissimo cittadino dedito all'educazione dei giovani giapponesi (è un preside di una scuola media); l'uomo, sadico malato, violenta la figlioletta sotto gli occhi impotenti della madre.

In riferimento a tali scene il regista propone una messa in scena particolare in quanto in un primo momento questi brutali stupri sono lasciati fuori campo mentre quando la ragazzina (Mitsuko) si trova in uno stato di totale rifiuto della realtà, risultano visibili; qui emerge il genio del regista che sostituisce la ragazzina con la madre, in quanto la ragazza pensa di essere appunto la madre (dato che dovrebbe essere quest'ultima ad avere dei rapporti con l'uomo).

 

In una particolare sequenza il regista inoltre non si risparmia la sua fama di artista iconoclasta ed infatti una normalissima chiesa si trasforma in realtà in un night club gestito da false suore. Un altro elemento secondario quasi sempre presente nelle opere del regista compreso dunque questo Strange Circus è il tema della detection perseguito dal personagio di Yuji, il quale viene incaricato di scoprire il passato misterioso della scrittice Taeko.

Yuji è un soggetto enigmatico dal passato burrascoso, inoltre anche lui è in qualche modo legato ad una sessualità anomala.

 

Curiosa anche la regia dove ad uno stile allucinatorio fortemente underground con macchina a mano ed immagini sfocate si alterna una messa in scena elegante (molte carrellate orizzontali) distinta da una scenografia altamente barocca: pensiamo al soggiorno di Taeko oppure alle scene ambientate al circo.

 

Forse non è tra i massimi capolavori del regista [Love ExposureSuicide Club oppure il più recente Himizu sembrano avere qualcosina in più] tuttavia rimane sicuramente un film dal valore artistico altissimo, in grado di sorpendere lo spettatore ad ogni sequenza.

 

 

 

 

 

 

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