Regia di Jörn Donner vedi scheda film
Un documentario molto, molto semplice, realizzato con affetto ed ammirazione per l’ottantesimo compleanno del Maestro. Il regista finlandese Donner è poco più che una presenza fittizia, scenografica, poiché Bergman parla a ruota libera per un’ora e mezza e raramente il suo interlocutore lo interrompe (e come dargli torto?) o lo incalza. Con la massima tranquillità quindi Bergman ci parla del suo amore per il cinema come della morte, tre anni prima, della moglie con cui viveva da 24 anni; dei suoi incubi come dei suoi progetti per il futuro, perché, spiega, è importante continuare a darsi obiettivi e ad organizzarsi una vita metodica in cui riservare uno spazio fisso alla scrittura. Certo, in quanto alla forma questo documentario è poca roba: camera fissa su Bergman per un’ora e mezza e qualche secondo di immagini del mare di Faro in apertura e in chiusura; ma la sostanza contenuta in questo lavoro è preziosissima per chiunque ami non solo il cinema di Bergman, ma semplicemente il Cinema. 6/10.
Intervista di un’ora e mezza a ruota libera: Ingmar Bergman parla delle sue idee di cinema, di teatro, di famiglia, dei ricordi d’infanzia e dell’ultima moglie, Ingrid, scomparsa nel 1995 dopo 24 anni di matrimonio; il regista ha raggiunto gli 80 anni, ma c’è spazio ancora per qualche progetto futuro.
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