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World Invasion

Regia di Jonathan Liebesman vedi scheda film

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La recensione su World Invasion

di amandagriss
8 stelle

Agosto 2011
Los Angeles
Guerriglia urbana
Marines contro alieni
Recuperando la teoria complottista sulla battaglia di L. A. — il 25 febbraio 1942 Los Angeles fu svegliata da un presunto attacco aereo, forse ad opera dei giapponesi. Molti ritennero che a sorvolare i cieli della città fossero stati gli alieni, giunti in perlustrazione in vista di un attacco più massiccio — , a metà strada tra Black Hawk Down e District 9, passando (giusto di striscio) per Salvate il Soldato Ryan, ecco a voi, ladies & gentlemen, World Invasion.
Il tosto Jonathan Liebesman (già noto per aver diretto il robusto Non aprite quella porta - L'inizio) si cimenta in uno spettacolare quanto innocuo ‘war movie’ di puro intrattenimento, dove la variante al nemico in carne ed ossa è rappresentata dalla ‘minaccia suprema’, l'ostile per eccellenza (come letteratura, cinema e tv ci insegnano): gli Alieni. Entità extraterrestri intelligenti ed iperorganizzate, intenzionate a mettere in ginocchio l’umanità, a depredarla delle sue risorse essenziali/esistenziali -in questo caso l'acqua- a prostrarla, ed infine, ad annientarla. Da combattere necessariamente per scongiurare l’estinzione della nostra specie. Gustosissima pellicola che si concentra sull'essenza stessa del combattimento (rispondere al fuoco con il fuoco) e, quindi, sull'azione di guerra e sull'efficacia visiva di ciò che va a rappresentare. L'imperativo è restituire una verosimiglianza il più possibile aderente alla realtà. Operazione riuscita. Grazie all’ausilio di effetti speciali impressionanti per il loro realismo e all’apporto di una scenografia e fotografia che rendono appieno la sensazione di trovarsi in una zona 'calda’ di battaglia, invasa da fumo, macerie, polvere, sangue, sudore e desolazione come solo uno scenario apocalittico può infondere. E grazie all’ottimo lavoro di direzione, dal polso fermo, veloce e perennemente teso, che brilla nell’alternare i campi lunghi e le straordinarie panoramiche della Città degli Angeli -messa letteralmente a ferro e fuoco- alla camera a mano, quest’ultima in grado di cogliere/catturare l’azione in tempo reale. Lo stile da finto reportage, infatti, enfatizza magnificamente la catastrofe in atto, tallona senza sosta l’eroico manipolo di soldati assediati per terra e per cielo da spietate forze aliene, intrappolati in un labirinto di strade vicoli e palazzi a combattere contro un nemico durissimo a morire. Un vietnam urbano, claustrofobico e asfissiante, dove l'architettura metropolitana prende il posto della giungla selvaggia riuscendo a trasmettere lo stesso costante perpetuo senso di pericolo. Accresciuto proprio dalle inquadrature strette sugli attori che non permettono una visuale estesa e, quindi, un controllo totale della situazione, come già avveniva in Cloverfield. Di conseguenza l’attenzione è catalizzata sul presente, sugli avvenimenti che si susseguono in progressione; si riesce, così, ad allontanare dalla mente il risaputo, scontato, inevitabile happy end con relativi sopravvissuti (come marchio hollywood-mainstream impone) e, perfino, a dubitare della salvezza (per quanto garantita, sottoscritta e confermata, come marchio hollywood-mainstream impone) del protagonista, il bellone  Aaron Eckhart, e del suo piccolo plotone, tra cui spicca la donna-soldato Michelle girlfight Rodriguez (e chi altrimenti?), altra presenza femminile nei marines dopo i leggendari fasti della tenace e prorompente Demi J.I.Jane Moore. Senza negare che, nonostante i (ben sfruttati) luoghi comuni del genere, questo World Invasion riesce a sorprendere positivamente quando propende per un racconto incentrato non tanto sulla oramai stantìa, vetusta, logora, anacronistica retorica dell'eroe solitario, quanto sullo spirito di gruppo, su una fratellanza di eastwoodiana memoria (Flags of our Fathers), dove “l'uomo, sopra ogni cosa, combatte per i suoi compagni, per quello che gli sta davanti, per quello che gli sta di fianco”. E poi, insieme, a salvare il mondo!

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