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Anthony Zimmer

Regia di Jérôme Salle vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Anthony Zimmer

di Lina
4 stelle

Questa è la versione francese di “The Tourist” preesistente già dall'anno 2005, ma che non è stata mai diffusa a livello internazionale.

 

Se il remake di Florian Henckel von Donnersmarck appare banale e carente, questo film che lo ha ispirato è perfino peggiore.

 

Se “The Tourist” si sostiene un pochino grazie a una splendida location, un cast che suscita curiosità, qualche dialogo simpatico e alcuni momenti ironici che quantomeno intrattengono un tantino, questo Anthony Zimmer non ha nessuna ambientazione particolarmente bella o degna di essere ammirata ed è un film molto serio, con dialoghi trascurabili. Inoltre, c’è poca azione, poca tensione, un romanticismo sfuggente e una serie di situazioni di scarso interesse.

 

La narrazione si perde nel gravitare attorno agli incontri casuali e non, tra i due protagonisti, trascurando di dare il giusto risalto ai fatti centrali della storia, che dovrebbero essere focalizzati su di una gustosa caccia del gatto al topo.

 

La fase introduttiva è la peggiore. Non è minimamente capace d’intrigare lo spettatore. Illustra il profilo del suo misterioso personaggio-chiave in modo sbrigativo e superficiale, senza caratterizzarlo come sarebbe necessario.

 

La trama è ovviamente sempre la stessa, ma le sue dinamiche e sviluppi sono lenti e monotoni. In più di un’ora di pellicola, infatti, non succede molto. Anthony Zimmer, un criminale ricercato in tutto il mondo, sottopostosi a una serie di plastiche facciali per non essere riconosciuto e sfuggire così ai suoi ricercatori, si spaccia per un onesto traduttore di lingue. Un bel giorno fa in modo di rincontrare Chiara, la donna che ama e che lo ha perso di vista da tempo. Organizza il loro primo incontro su un treno e, fingendo di non conoscerla, spera di depistare dalla verità sia lei che tutti gli altri. Permette che Chiara, ignara di tutto, lo usi credendolo un innocuo turista francese e solo dopo qualche brutta avventura in cui si lascia spesso anche maltrattare, le rivela di essere lui Anthony Zimmer. L’happy-ending dunque non manca, vanno via insieme in macchina, ma la storia, a parte la discreta alchimia che si percepisce tra la Marceau e Attal quando si ritrovano, non offre molto altro di valido e interessante.

 

Rispetto a “The Tourist” vengono a mancare – per la sussistenza di altre sequenze insignificanti e noiose – la scena in cui Frank Tupelo scappa sui tetti, quella in cui viene venduto dal capitano della polizia al gruppo di mafiosi russi, che poi lo inseguono sul motoscafo trainato da Elise, e quella del ballo. Anche la scena in cui Frank alla fine salva Elise è decisamente realizzata con maggiore cura e diligenza in “The Tourist”.

 

Il cast è qualificato, ma da solo non basta a salvare una sceneggiatura inconsistente.

 

Sophie Marceau è bella e convincente nel suo ruolo, soprattutto in confronto a una scialba e ingessata Angelina Jolie, ma anche Yvan Attal è molto più adeguato e convincente di Johnny Depp nel ruolo dell’uomo dalla doppia identità, che gioca a fare il povero e innocuo sfigato di turno.

 

Nel complesso il film è mediocre e poco coinvolgente.

 

Jérôme Salle

 

Non ha saputo fare un buon lavoro.

 

Sophie Marceau

 

Molto brava, ma sprecata.

 

Yvan Attal

 

Serio e non ironico come Johnny Depp, riesce a rendere il suo personaggio credibile e tutt'altro che prevedibile.

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