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Devil

Regia di Drew Dowdle, John Erick Dowdle vedi scheda film

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La recensione su Devil

di mc 5
8 stelle

Ci sono meccanismi che non riesco a spiegarmi. Magari ci sarà anche una spiegazione banale, ma io non l'afferro. Questo film ha avuto una distribuzione capillare (Universal) ed è praticamente presente in ogni multisala. Eppure, tra cartaceo e web, le recensioni ricevute si contano sulle dita di una mano. Come se la totalità dei critici avesse quasi deciso di boicottarlo. Eppure posso garantire che si tratta di un thriller-horror tutt'altro che banale, la cui forza sta innanzitutto nella capacità di suggestionare il pubblico. Tutta la pellicola è infatti avvolta da un alone di minaccia incombente che riesce a generare un effetto davvero inquietante. Il film ha molte caratteristiche del b-movie, eppure possiede uno stile troppo elegante e definito per poterlo catalogare sotto l'etichetta di opera di "serie b". Però non è di certo un blockbuster, insomma ha una strana connotazione che lo colloca a cavallo tra il prodotto indipendente e quello di consumo. E poi è troppo curato nei dettagli per essere ritenuto un b-movie. Come  si evince chiaramente da trailer e manifesti, si tratta di un thriller con pesanti risvolti soprannaturali, con l'annotazione che sceneggiatura e regìa hanno opportunamente evitato di calcare la mano sul fattore "orrorifico" esplicito (nessuna scena splatter è presente) per privilegiare decisamente quello psicologico. La vicenda, in estrema sintesi, è quella di 5 persone che rimangono chiuse in ascensore a causa di un guasto tecnico. Ma vi prego di non farvi subito strane idee. So già cosa state pensando. Ed è la stessa cosa che ho pensato io la prima volta che vidi il trailer. Vale a dire: "uffa che palle, 5 tizi chiusi là dentro sai che noia, solite caratterizzazioni/macchietta tipo il cinese tonto che fa lo scemo della compagnia etc etc, poi alla fine arrivano i nostri e tutti a casa". Le cose però non stanno così. Diciamo subito che Night Shyamalan, qui presente nella doppia veste di produttore e co-sceneggiatore, stavolta ha fatto un buon lavoro. E qui si rende necessaria una piccola parentesi per qualche cenno generale sul "maestro". Shyamalan, tra i cineasti contemporanei, ha questa curiosa caratteristica di essere antipatico a molti critici. E confesso che anch'io, come spettatore, non è che lo trovi sommamente simpatico. E' complicato spiegarne il motivo, ma temo che Shyamalan proprio col suo stile consolidato abbia da una parte conquistato fans e popolarità, ma nel contempo abbia attirato l'ostilità dei cinefili (o almeno di gran parte di questi). Condivisibile infatti l'entusiasmo per "Il sesto senso" e "The unbreakable", ma dopo il regista ha infilato una serie di prodotti molto poco riusciti, in particolare il pessimo e recentissimo "L'ultimo dominatore dell'aria". Ma pare proprio che il cineasta con quest'ultima pellicola sia tornato ai fasti iniziali, scrivendo un soggetto davvero intrigante, dove mistero e soprannaturale vengono "giocati" con molta sapienza, facendoli entrare in corto circuito con la vita quotidiana di 5 persone (apparentemente) normalissime. Ecco, proprio di  questo stavo parlando prima di aprire la parentesi appena conclusa. Cioè della prevedibilità incontro alla quale si andava con un copione limitato alle caratterizzazioni di 5 persone racchiuse dentro un'unica location. Ora, a parte il fatto che il film dispone anche di parecchie scene fuori dall'abitacolo e perfino "in esterni", il pregio principale sta forse proprio nell'approccio ai 5 individui. Si tratta di 5 personaggi tutt'altro che stereotipati, interessanti e misteriosi quanto basta. Insomma, non sono macchiette, ma ruoli piuttosto ben delineati in sede di sceneggiatura. Potremmo dire che il film consente allo spettatore di osservare in tempo reale l'evolversi ansiogeno della vicenda da due diversi punti di vista: l'interno dell'ascensore e la "cabina di regia" dell'edificio, dove si trova il poliziotto incaricato di risolvere il problema. Che il film non sia un banale  teen-horror ma qualcosa di un pò più ambizioso, lo si intuisce fin dalle prime suggestive immagini. Esso si apre infatti con una ripresa dall'alto di Philadelphia, però capovolta, probabilmente a significare l'ordine rovesciato del Diavolo, il cui respiro minaccioso incombe su ogni fotogramma. La fotografia con cui vengono inquadrati quei grattacieli è plumbea e fa il paio con un commento sonoro minaccioso e disturbante. E proprio all'inizio è collocata un'immagine efficacissima che coglie impreparato lo spettatore: un suicidio che avviene alle spalle di un ignaro operaio il quale, non accorgendosi di nulla, continua a fare il suo lavoro; è una sequenza rapida ma che mescola il violento e il grottesco in modo impressionante. Gli attori che rappresentano i 5 personaggi in ascensore sono formidabili, gareggiano in bravura, restituendoci con grande professionalità il clima nevrotico e "malato" di quel luogo angusto. Poi c'è il detective Bowden, impersonato da un ottimo Chris Messina (unico volto noto del cast) piuttosto credibile, sia nell'esibire il tono dolente di chi attende il rendez-vous con un episodio tragico del proprio passato, sia nell'esprimere stupore di fronte al dipanarsi inspiegabile degli eventi. Il finale, per quanto misticheggiante nei suoi risvolti soprannaturali, viene svolto dignitosamente, pur affidandosi ad un colpo di scena che non è esattamente all'altezza del resto del film. Dato il luogo ristretto e claustrofobico in cui si svolge buona parte della vicenda, si ha in certi momenti la percezione di assistere alla messa in scena di una pièce teatrale o alla rappresentazione di uno psicodramma. E questo ad ulteriore supporto di quella che è in fondo la buona notizia di questo film. Cioè che, in tempi di "Paranormal activity" o di "Saw", abbiamo finalmente un horror di impianto robustamente noir, e non la solita furbata mediatica per acchiappare il pubblico teen.
Voto: 7 e 1/2 

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