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Ballata dell'odio e dell'amore

Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film

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La recensione su Ballata dell'odio e dell'amore

di andenko
6 stelle

A che pro sdoganare la sopraffazione di genere, in modo così irrealistico, poi? Di sicuro è un film che lascia turbati, ma non è così difficile ottenere il risultato se non si pongono limiti a sesso&sangue. Ci riuscirebbe anche Valentina Nappi! Voto: 6,5 di fiducia.

"La ballata dell'odio e dell'amore" ha il merito di ricordarci che in Spagna il fascismo l'ha fatta da padrone fino agli anni '70 inoltrati. Sarebbe utile tenere presente le dittature recenti nell'Europa occidentale (Spagna, Grecia e Portogallo), quando invochiamo l'uomo forte e starnazziamo contro la fiacchezza dell'Unione Europea.

A parte questa valutazione "politica", tutto il resto è un enigma, a cominciare dalla classificazione: in che senso "commedia"? Ai tempi del liceo, l'insegnante di letteratura inglese ci spiegava che le commedie di Shakespeare non fanno ridere (noi avevamo in mente Ciccio e Franco...), si distinguono dalle tragedie solamente perché i protagonisti non muoiono. Il film, però, fatica a rientrare anche in questa definizione a maglie larghe, vista la quantità di sangue e vittime. Direi piuttosto: grottesco-drammatico-splatter.

Le scene di violenza sono esagerate e debordanti. Posso credere che per qualche autore la violenza cinematografica abbia un ruolo catartico e redentivo della realtà. Ma qui davvero si perde il senso della misura e soprattutto non si capisce più la finalità e il messaggio.

Troppi temi e, alcuni, troppo ambigui. Va bene la vendetta contro i fascisti, ma poi scatta un odio gratuito verso il genere umano (tipo Joker, ma senza un reale approfondimento interiore).

Particolarmente disturbante è il tema dell'amore assoluto, che viene rappresentato nel triangolo tra i due clown e l'acrobata Natalia. Non pretendo che il femminicidio sia trattato in modo pedagogico, come a catechismo. Però non vedo l'utilità nel proporre un personaggio femminile dal fascino evidente, che dichiara e dimostra nei fatti il suo desiderio, di più, la sua necessità di essere picchiata dal compagno violento. A che pro sdoganare la sopraffazione di genere, in modo così irrealistico, poi?

L'elenco delle forzature sarebbe infinito: l'apparente immortalità del protagonista, la docilità della polizia fascista, la presunta comicità del clown allegro (tutt'altro che irresistibile), etc. etc.

Di sicuro è un film che lascia turbati, ma non è poi così difficile ottenere il risultato se non si pongono limiti a sesso&sangue. Ci riuscirebbe anche Valentina Nappi!

Voto: 6,5 di fiducia.

 

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