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Vallanzasca. Gli angeli del male

Regia di Michele Placido vedi scheda film

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La recensione su Vallanzasca. Gli angeli del male

di supadany
8 stelle

Michele Placido ci mette del coraggio, ma non solo, nel raccontare la vita, e soprattutto le malefatte, del criminale milanese Renato Vallanzasca.

Realizza così un film di genere corposo, imperfetto, ma vivo, che non ha paura di manifestare il suo punto di vista, scomodo sicuramente per certi versi, ma in fondo nemmeno niente di così denunciabile, a parte forse qualche atteggiamento del protagonista.

Renato Vallanzasca (Kim Rossi Stuart) comincia con la sua banda nella Milano degli anni ’70 una vita di rapine che ben presto cominceranno a portarsi dietro anche parecchio sangue con le Forze dell’ordine e con l’avversario Francis Turatello (Francesco Scianna).

Renato viene arrestato, ma riesce a fuggire dopo qualche anno, perde per strada Consuelo (Valeria Solarino) e suo figlio, allarga la banda, ma continuando nel suo percorso rifinisce in carcere.

Ma lui non s’arrende e l’occasione per riassaporare l’aria della libertà può sempre tornare a fare capolino.

 

 

Placido dirige un film irruento, ispirato completamente ad una figura esagerata, qui resa in maniera, almeno cinematografica, formidabile da un incredibile Kim Rossi Stuart, davvero bravissimo in tutto, per la parlata milanese, per gli atteggiamenti, per la semplice presenza trasbordante.

Soprattutto è però un film ricco che mette insieme sparatorie e tanti momenti carcerari che riempiono due ore abbondanti di visione con anche alcuni frangenti di momentaneo relax (penso a tutto il pre finale), ma anche tanti aspetti e scelte proprie di un cinema molto difficile da pensare e realizzare in Italia.

Buoni anche i contenuti tecnici, mi ha convinto una fotografia virata su colori freddi, mentre il montaggio è abbastanza ritmato e gli in­serti dell’Italia del passato realizzati con dovizia e capacità.

Non mancano anche alcuni aspetti negativi, prima di tutto una storia non sempre legata benissimo, mentre forse si sarebbe potuto asciugare qualche ammiccamento del protagonista e qualche benevolenza (vedi, per esempio, il dialogo col giovane carabiniere sul finale) nei suoi confronti mi lascia qualche dubbio, ma non posso di certo sapere io se la cosa fosse attendibile o meno, anche se altri ne hanno la certezza, del no intendo, e le polemiche sono state comunque un po’ esagerate.

Dunque il film sarà anche imperfetto, ma ha delle buone frecce al suo arco, vedi anche un cast all’altezza, e Michele Placido si conferma a suo agio con questo tipo di materiale, tanto che sono adesso curiosissimo di vedere cosa combinerà con la sua prossima regia, che sulla carta promette davvero bene.

Intanto qui si merita una promozione.

 

Michele Placido

Qualche sbavatura, ma nel complesso la sua è una buona regia, tanto più perchè affronta un genere morto e sepolto da tempo in Italia e lo fa pure bene.

Kim Rossi Stuart

Da standing ovation. Un attore che non si sovra espone, che fa scelte oculate, ma che soprattutto è bravo, non solo a recitare, ma proprio nello studiare i suoi personaggi. Protagonista assoluto, valore aggiunto della pellicola.

Filippo Timi

Tossico, scorretto, cattivo, rognoso, un personaggio che Timi riesce ad incarnare bene e che in Italia quasi nessuno potrebbe permettersi di affrontare.

Valeria Solarino

Piacevole sorpresa, peccato solo che il suo personaggio, dopo una prima parte notevole (bella, sexy, spigliata e decisa), scompaia dalla scena. Brava, una delle sue interpretazioni migliori.

Paz Vega

Presenza piacevole, ma non costante.

Moritz Bleibtreu

Personaggio silenzioso, ma la sua presenza non passa inosservata.

Francesco Scianna

Soddisfacente.

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