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I 12 medaglioni

Regia di Kang Cheng vedi scheda film

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Neve Che Vola

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I 12 medaglioni

di Neve Che Vola
10 stelle

Il ministro traditore Chin Kuei vuole porre fine alle battaglie vittoriose del generale Yueh Fei contro gli invasori del paese. Gli invia degli ordini imperiali incisi su dodici medaglioni d’oro, ciascuno portato da abili guerrieri.
Miao Lung (Yueh Hua ) è uno dei valorosi cavalieri patriottici che cercano di intercettare i medaglioni prima che siano consegnati al generale. Alla cricca del ministro si unisce il maestro di Miao Lung, Chin Yen Tang (Ching Miao), padre di due ragazze, una delle quali, Chin So (Chin Ping) è sua promessa sposa e abile campionessa di arti marziali. Ma Chin Ye Tang riesce a mettere i due giovani l’uno contro l’altro, facendo credere alla figlia che Miao Lung se la intenda con un’altra ragazza. Non senza sofferenze, Chin So si rende conto del tradimento del padre e, seppur combattuta fra l’amor di patria, quello che sente tradito per Miao Lung, e la sofferenza di doversi mettere contro il proprio padre, si unisce alla lotta patriottica……..

Ecco un altro titolo dal catalogo Shaw Brothers distribuito dalla Avo. Vorrei premettere che la Shaw Brothers produceva, a quel tempo, circa ottanta films all’anno, una enormità, e come si può intuire, non tutti potevano essere di qualità. Almeno in teoria.
All’interno degli studios erano stati allestiti perfino dei dormitori, per avere a disposizione immediatamente operatori, sceneggiatori, registi……Eppure, non esito a definire questo The Twelve Gold Medallions come un capolavoro nel suo genere:  i personaggi sono ben definiti, la trama originale e basata su un fatto storico, l’ambientazione eccelsa. Ma soprattutto, il film ha dalla sua il ritmo. Hans Von Bulow, il celebre pianista e direttore dell’ottocento, diceva che la bibbia del musicista cominciava con queste parole: “In principio era il ritmo”. Con ciò, non intendeva certo che dovesse essere frenetico, bensi’ ben organizzato. Anche un adagio ha un ritmo, per nulla inferiore ad un brano veloce. E quanto sia difficile ottenere una esecuzione con un ritmo trascinante, proprio negli adagio, lo sa qualunque pianista degno del nome.

Ho pensato spesso al ritmo nelle scene di lotta, in particolare del cinema western del quale sono appassionato. Non si tratta dei tipici duelli con primi piani degli occhi, delle mani, dei muscoli pronti a scattare verso le colts. Si tratta invece del compimento psicologico tramite una scena di lotta di un situazione precedentemente costruita: l’incarnazione sul piano fisico delle tensioni che si accumulano sul piano interiore.

 Il cinema delle arti marziali può offrire possibilità meravigliose se le si sanno sfruttare, e stavolta sono state realizzate appieno: ogni duello del film è appassionante, trascinante, ben coreografato, alle volte scoppia improvviso ed in questo scoppio stà la realizzazione del ritmo.
Altre volte, sembra non stia per accadere nulla di rilevante, il tono è perfino goliardico, e solo gradatamente si capisce che con la spada non si scherza.  

I due difensori del popolo hanno carattere e definizione, un uomo e una donna (ex fidanzati a causa di incomprensioni), perché nei films di kung fu le donne hanno spesso, se non più spesso degli uomini, capacità eccezionali. Chin Ping appare vestita come una cowgirl cinese: invece di cinturone e pistola, porta legata alla gamba sinistra una spada corta, tenuta da una laccio a mò di giarrettiera, che le conferisce al tempo stesso un tocco innocentemente sexy.

Quando penso al ritmo di certi films odierni di lotta, non posso fare a meno di pensare che tutto ciò che è ritmo vada a farsi benedire: al suo posto, troviamo un confuso andirivieni di movimenti, di calci, sparatorie, il tutto cosi’ frenetico per ottenere il ritmo artificialmente, mentre la costruzione, l’ordine, cioè il ritmo vero, viene a mancare completamente.

Ho appositamente premesso che gli studios alle volte facessero le cose in fretta, appunto per dar maggior rilievo alla straordinarietà del ritmo di I dodici medaglioni: inoltre, il film è del 1970, e l’anno non fa rimpiangere la mancanza di mezzi odierni.

 Impressionante il silenzio che precede uno dei duelli, un silenzio assoluto, giocato solo sui movimenti della mdp, gli sguardi degli attori ed i dialoghi senza una parola superflua, impressionante è l’intelligenza con cui sono girate le prese in giro dei "magnifici tre" a Chin Ping che sfociano nel  conseguente duello, impressionante è l’intensità del finale con un duello che diventa sempre più cruento quanto più cruente sono le offese psicologiche che oppongono una figlia ad un padre.

Tuttavia, nel film non esistono crudeltà gratuite, né scene forti per i deboli di stomaco, ma solo un meraviglioso accumularsi di tensioni e relative distensioni.

A mio avviso, un vero capolavoro. 

E' la Avo Film a pubblicare in Italia queste pellicole in edizioni restaurate completamente e certo tenute dagli studi originali con cura meticolosa: l’immagine è nitida e dettagliata, i colori risplendono come se il film fosse stato girato ieri nel suo originale spettacolare formato originale ShawScope (il cinemascope della Shaw), l’audio pulito e ricco nel pieno rispetto dei canoni tecnici migliori dell’epoca.

Un consiglio: guardare il film in lingua originale con l’ausilio dei sottotitoli, i doppiaggi recentissimi sono, a mio avviso, pessimi.


Sulla regia di Kang Cheng
Eccellente.

Sull'interpretazione di Ping Chin
Fantastica.

Sull'interpretazione di Chiao Chiao
Fantastica.

Sulla colonna sonora
La musica è in stile occidentale, drammatica e potente.

Cosa cambierei
Va bene così com'è.

Su Kang Cheng

Eccellente.

Su Ping Chin

Fantastica.

Su Chiao Chiao

Fantastica.

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