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La messa è finita

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su La messa è finita

di Baliverna
10 stelle

Secondo me, assieme a "Bianca" è tra i migliori film di Nanni Moretti. Il personaggio del prete è forse una metafora del ruolo che il regista sentiva come suo nella società, o forse meglio dei desideri che nutriva, che hanno poco o nulla ha a che fare con la fede in senso stretto. L'aspirazione del protagonista è essenzialemente quella di migliorare le persone, impedire i loro sbandamenti, aiutarle a non commettere errori. Quando vede che amici e familiari fanno scelte visibilmente sbagliate, si barcamenano senza combinare nulla, o seguono idee senza senso allora tenta di dissuaderli e di ricondurli alla ragione. Uno dei temi che angustiano di più lo spaesato prete di questo film è la divisione della coppia (come in "Bianca"), che egli percepisce con angoscia e rifiuto, come un male sicuro che si può evitere con un po' di buona volontà. A questo proposito è molto incisivo e tragicamente realistico il personaggio del padre, che, con vaghe e sognanti istanze di felicità e le relative solite giustificazioni ad effetto, si perde dietro ad un'altra donna, mentre non si accorge che sta distruggendo la sua famiglia e uccidendo di dolore la moglie. Interessante anche la sorella del protagonista con il suo evanescente ed inesistente rapporto con il "fidanzato", il quale è a sua volta uno smidollato che si perde dietro allo studio della fauna locale e non vede i problemi reali che gli si parano davanti agli occhi. Ben rappresentata ho trovato anche la situazione dell'aborto che si profila nella coppia, che vede il fidanzato lavarsene le mani, lei optare per la via apparentemente più sempice, e il prete soffrire di rabbia impotente. Anche l'amico terrorista è un personaggio che mette il dito sulla piaga della degenerazione violenta che ebbero le idee politiche degli anni '70, problema col quale deve essersi confrontato anche il vero Moretti, che per fortuna capì che il terrorismo era uno sbocco inaccettabile.
E' un film rigoroso ed essenziale, a tratti quasi surreale, con una tensione morale e umana molto alta. Nanni Moretti riesce da ateo a cogliere con molta lucidità e nessuna rassegnazione problematiche che sono umane, ma che hanno molti addentellati con la morale che scaturisce dalla fede. Per quanto sia un film dolente e pessimista, non è neppure un po' cinico, non constata cioè con leggerezza e qualunquismo lo sfascio dei rapporti umani e della società, men che meno con compiacimento sadico (dico che così non fa perché altri registi lo fanno). Al contrario, il protagonista incarna un'estrema partecipazione umana verso chi sbanda e un supremo sforzo di migliorare le cose; la rinuncia finale è una specie di "Scusate, ma proprio non ce l'ho fatta".
Per ultima cosa, ci sono tutti gli elementi tipici del regista: il telefono, il rapporto problematico con la sorella, la famiglia, il ballo, il bar, i dolci.

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