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Sauna

Regia di Antti-Jussi Annila vedi scheda film

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La recensione su Sauna

di pazuzu
8 stelle

E se l'inferno non fosse una fornace ardente al di sotto dei continenti? E se fosse solo un luogo impuro, senza la presenza di Dio?

1595. La guerra russo-svedese è appena terminata, e due commissioni separate sono incaricate di stabilire i nuovi confini che segneranno la spartizione del territorio finlandese. La prima di queste, diretta a nord lungo il fiume Kiertamä, nell'attraversare la palude Suuri si imbatte in un misteriosa sauna nei pressi della quale vive un piccolo villaggio di contadini. Al centro della storia ci sono i fratelli svedesi Erik e Knut, il primo uomo di guerra deprivato ormai di scrupoli morali, il secondo pacifico studioso e aspirante professore, inseguiti dal fantasma di una ragazza da loro rinchiusa in una cantina e mai più liberata.
Sauna
è un incubo ad occhi aperti, un horror dell'anima, un film difficilmente catalogabile che attrae fin da subito per la potenza evocativa dell'immaginario rappresentato, ma che richiede allo stesso tempo pazienza e massima attenzione: ancorato saldamente a tradizioni religiose e culturali finniche (la sauna come luogo deputato al lavaggio dei peccati, lo specchio d'acqua come confine tra il regno dei vivi e quello dei morti) e disseminato di riferimenti, sottotesti e simboli, ci conduce per mano attraverso terreni tortuosi ed impervi, generando stupore e sorpresa, ma anche e soprattutto dubbi e confusione: perché la soluzione del mistero, ad una prima visione, si mostra e si nasconde, gli indizi sono tutti lì, a portata di mano, ma sfuggono. Al punto da non avere più alcuna certezza su dove sia il bene e dove il male né su quale sia il confine tra buono e cattivo. Merito della sapiente regia di Antti-Jussi Annila, capace di affabulare e spiazzare senza ricorrere a facili scorciatoie, anzi distribuendo a piene mani le tracce necessarie a sciogliere l'enigma, ma rendendole riconoscibili come tali solo ad una seconda o terza visione più distaccata e attenta e meno coinvolta. Ai fini della buona riuscita finale giovano inoltre l'ottima fotografia, gelida livida ed opprimente, il ritmo non vertiginoso ma costante e senza cali, la tensione crescente, tutta giocata sulla psicologia dei protagonisti e sulla progressiva presa di coscienza, da parte loro, dello stato delle cose, e, dulcis in fundo, il finale: bello inevitabile ed agghiacciante (e solo apparentemente criptico).
Sauna è dunque un film ostico ed enigmatico, dominato da una raggelante atmosfera di dannazione e da un costante senso di catastrofe imminente, capace di conquistare tramite il suo fascino lugubre come di respingere causa il suo cripticismo, ma in ogni caso in grado di ripagare appieno chi decide di dargli fiducia fino all'ultimo minuto della (prima) visione e (soprattutto) oltre.

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