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Somewhere

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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La recensione su Somewhere

di FilmTv Rivista
6 stelle

Cerca quasi di rincorrere, di bloccare il frammento Somewhere. Alla ricerca di una felicità provvisoria, di frammenti esistenziali da vivere con la maggiore intensità possibile prima che ricominci un’altra fuga nervosa. Non è più un viaggio on the road. Sono stavolta le strade di Los Angeles, le stanze d’albergo a proiettare quasi un viaggio mentale, quello di un attore di successo chiuso dentro i propri piaceri che diventano come delle soggettive visioni rese più esplicite dalla sfuggevolezza della fotografia di Harris Savides, con una nostalgia del cinema degli anni 70 che permea tutta la pellicola. Giunta al 4° lungometraggio, a quattro anni dal folgorante Marie Antoinette, Sofia Coppola colpisce alla grande nel segno. Potrebbe essere quasi una specie di remake di Lost in Translation con un attore che galleggia nella propria vita. Lì il risveglio aveva la vitalità nell’incontro con una giovane ragazza che accompagnava il marito a Tokyo. Qui nel tempo che Dorff trascorre con la figlia, durante il quale tra i due attori si instaura una complicità che sembra estendersi oltre il set. Ogni loro separazione è una frattura. E in mezzo “un viaggio in Italia” in cui loro due sono un corpo unico isolato dal resto, quasi il sogno della vita che avrebbero potuto vivere insieme sottolineata anche da altri brevi e intensissimi istanti come quello di loro due che prendono il sole in piscina. Non ha meta Somewhere, non ha punto d’arrivo. Il protagonista attraversa i luoghi come Burt Lancaster in Un uomo a nudo di Frank Perry (anche lì c’erano le piscine) mentre i rumori della Ferrari diventano un suono, quasi un dialogo della colonna sonora come in Strada a doppia corsia di Monte Hellman. La cineasta si getta con l’anima e con il cuore negli abissi del cinema dell’epoca che ha consacrato il padre. Ma ha anche uno degli sguardi più lucidi e vissuti del nuovo cinema statunitense. E Somewhere non è solo una conferma ma un’ulteriore crescita. Dove il vissuto viene sempre prima della scrittura.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 36 del 2010

Autore: Simone Emiliani

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